L’insalata in busta rischia di scomparire: il motivo della drastica decisione | Addio alle vecchie abitudini
L’Unione Europea è sempre più intenzionata a vietare l’insalata in busta. Non si tratta dell’unica misura stringente che ha in serbo la Commissione Europea. Ecco tutti i dettagli
Quante volte in preda ai ritmi frenetici della vita quotidiana ci si rifugia in una bella insalata in busta? Probabilmente troppe. Ma ben presto potrebbe finire la “pacchia”. Infatti sembrano essere giunti al capolinea determinati tipi di imballaggi riguardanti alcuni cibi piuttosto gettonati.
L’Unione Europea ha infatti intenzione di fare piazza pulita andando così a stravolgere le abitudini dei consumatori che ormai da tempo sono abituati a questi tipi di packaging. Andiamo a scoprire nel dettaglio i possibili scenari.
Non solo insalata, tutti gli imballaggi che rischiano di sparire: gli effetti per i consumatori secondo Coldiretti e Confindustria
L’idea è quella di abolire dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini, le arance in rete e le bottiglie magnum di vino. Coldiretti ha prontamente denunciato questa possibile novità, così come Confindustria. Entrambe hanno sottolineato gli effetti che la decisione potrebbe avere sui consumatori.
A loro modo di dire l’addio alle confezioni monouso per frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 kg per citarne una andrebbe a creare dei problemi da un punto di vista igienico sanitario oltre che per quanto riguarda la conservazione e gli sprechi che in questo modo potrebbero aumentare. Anche i costi per i consumatori e i produttori potrebbero subire un’impennata e di questi tempi in cui i rincari sono all’ordine del giorno di certo non sarebbe una buona notizia.
Coldiretti ha manifestato le proprie preoccupazioni anche per quanto concerne le bottiglie dei vini. La filiera vitivinicola teme in particolare di perdere il formato magnum ma anche tipologie più importanti come quelle necessarie per i grandi vini invecchiati come il Barolo e l’Amarone.
Confindustria invece si è focalizzata sull’impatto che il regolamento sugli imballaggi predisposto dall’Unione Europea avrebbe sulle imprese italiane. Sarebbero quasi 7 milioni i posti di lavoro a rischio. Il vicepresidente di Confindustria Emanuele Orsini seppur favorevole alla transizione volta a favorire l’ambiente, vorrebbe che questa vada di pari passo con la tecnologia e gli investimenti, in modo tale da garantire la giusta gradualità nelle regole. Così facendo a suo avviso si rischia di passare da un problema ambientale ad uno sociale visto che si metterebbero a rischio milioni di posti di lavoro. L’Italia infatti è tra i paesi più avanzati per quanto concerne il riciclaggio dei prodotti e il packaging.