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Lavoro, e se vi dicessimo che la disoccupazione sta scendendo? Eppure non c’è da sorridere, ecco perché

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Nonostante in Italia il tasso di disoccupazione stia scendendo, pare che la situazione del nostro Paese non lasci ancora spazio ai sorrisi, ecco perché.

Il tema lavoro è piuttosto caldo in questi giorni, soprattutto, per via dell’approvazione del nuovo decreto del lavoro approvato lo scorso primo maggio dal consiglio dei ministri. La misura è stata, senza dubbio, accolta con grande entusiasmo dai lavoratori, in particolare, per il tanto atteso aumento degli stipendi.

Ma l’ok al nuovo decreto non è l’unica buona notizia per il mercato del lavoro italiano. A portare altre notizie incoraggianti è il report mensile Istat sul tasso di disoccupazione. Secondo le rilevazioni dell’Istituto di statistica, negli ultimi tempi, il mercato del lavoro del nostro Bel Paese sarebbe piuttosto vivace. Secondo le ultime stime Istat, infatti, a marzo è salito ancora il numero di occupati, incrementato di 22 mila unità rispetto al mese precedente. Facendo il confronto con l’anno precedente, invece, sarebbero 297 mila i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in più, per un totale complessivo di 23 milioni 349 mila occupati, che confermerebbe un tasso di occupazione pari al 60,9 per cento.

Insomma, dei dati certamente confortanti, considerato che il numero dei disoccupati è tornato sotto i due milioni ed è attualmente al livello più basso da novembre 2022. Eppure, non c’è ancora da sorridere, ecco perché.

Lavoro: la disoccupazione scende, ma non c’è da sorridere

Stando ai dati resi noti dall’Istat, nel mese di marzo 2023 il tasso di disoccupazione totale è sceso al 7,8% (-0,1 punti), mentre quello giovanile al 22,3% (-0,1 punti). Sebbene, però, rispetto allo scorso anno siano diminuite le persone in cerca di lavoro, restano ancora 1.980.000, quindi poco meno di due milioni, i cittadini in cerca di un’occupazione. Tant’è che soprattutto per quanto riguarda i giovani, restiamo in fondo alle classifiche internazionali.

In merito agli inattivi, l’Istituto di statistica specifica che a marzo l’andamento è sostanzialmente stabile. “La stabilità del numero di inattivi – tra i 15 e i 64 anni – è sintesi della crescita tra gli uomini e tra chi ha 50 anni o più e della diminuzione tra le donne, i 15 – 24enni e i 35 – 49enni. Il tasso di inattività rimane invariato al 33,8%” ha spiegato l’Istat nel suo report.

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Insomma, il mercato del lavoro italiano conferma il trend positivo che ha interessato gli ultimi mesi. L’aumento coinvolge quasi tutti: uomini, donne e tutte le classi di età. Questo a parte qualche ombra che riguarda la fascia d’età 35 – 49 anni, per effetto della dinamica demografica negativa.