Affitto di casa, posso pagarlo in contanti? Attenti a limiti e ricevute
Esistono diverse modalità per poter pagare l’affitto di casa, ma è possibile pagarlo anche in contanti? Ecco cosa prevede la Legge.
Chi occupa un immobile con contratto di locazione ha diverse opzioni da scegliere per quanto riguarda il pagamento del canone. Per cui, sono in molti a chiedersi “si può pagare l’affitto in contanti?”. Ebbene, come abbiamo anticipato, la rata per l’affitto di un immobile può essere corrisposta in diversi modi: con assegno, bonifico ed, attualmente, anche in contanti, ma in quest’ultimo caso ci sono dei precisi limiti da rispettare.
Infatti, trattandosi di un metodo di pagamento non tracciabile, la normativa italiana prevede una serie di limitazioni e obblighi da rispettare, sia per il locatore che per il locatario. Insomma, è preferibile che chi scelga di optare per questa forma di pagamento sia al corrente delle norme che regolano il pagamento del canone di locazione in contanti nel 2023. Solo in questo modo è possibile evitare il rischio di incappare in pesanti sanzioni.
Allo stato attuale, il pagamento dell’affitto in contanti è regolamentato dal Decreto Milleproroghe, successivamente convertito nella Legge numero 15 del 25 febbraio 2022. Questa legge consente il pagamento del canone di locazione attraverso mezzi non tracciabili, proprio come il pagamento in contanti, a patto che sia rispettata una determinata soglia.
Pagare l’affitto in contanti: attenti a limiti e ricevuta
La normativa italiana prevede la possibilità di pagare l’affitto di un immobile in contanti, ma stabilisce precisi limiti ed obblighi da rispettare. In caso contrario, si corre il rischio di incappare in pesanti sanzioni.
Innanzitutto, va ricordato che nel corso degli anni, il limite mensile per il pagamento in contanti del canone di locazione ha subito diverse modifiche. Attualmente, il limite stabilito è di 999,99 euro e la violazione di tale soglia comporta salatissime sanzioni sia per locatore che per inquilino. Gli importi applicati, infatti, possono oscillare tra l’1% ed il 40% del canone corrisposto. In più, il legislatore concede all’inquilino la possibilità di pagare l’affitto di casa 2023 per più mensilità, purché, non venga oltrepassata la soglia stabilita di 999,99.
Un altro importante adempimento è il rilascio della ricevuta di pagamento. La legge prevede che il documento venga obbligatoriamente rilasciata dal locatore su richiesta dell’inquilino. La ricevuta, che va redatta in duplice copia, deve riportare la data del pagamento, l’importo versato e le firme di entrambe le parti. Va specificato che, qualora l’importo corrisposto sia superiore a 77,47 e non preveda il regime della cedolare secca, è necessario apporre sul documento ufficiale una marca da bollo da 2 euro. In mancanza di questi requisiti, si corre il rischio di incappare in sanzioni che, sarebbero a carico di entrambe le parti.