Il datore di lavoro può obbligarmi alle ferie? Cosa dice la legge
Le ferie sono uno dei diritti essenziali dei lavoratori in quanto permettono di ricaricare le energie dopo il duro lavoro svolto e di riacquisire il benessere psicofisico.
Generalmente le ferie vengono accumulate durante i mesi di lavoro e raggiungono circa le 4 settimane all’anno, ma i lavoratori sono davvero obbligati a godere di queste giornate o può opporsi al proprio datore di lavoro?
La maggior parte delle norme e dei regolamenti che trattano del tema delle ferie annuali sono contenute nella Costituzione italiana, più precisamente nell’articolo 6, comma 3 e nel Codice Civile all’articolo 10, oltre che nel dl legislativo 66/2003.
Le ferie sono un diritto irrinunciabile del lavoratore il quale teoricamente dovrebbe godere di un periodo di riposo retribuito in cui potersi rilassare ed intensificare i legami con amici e famiglia. La maturazione dei giorni di ferie avviene durante i mesi lavorati quindi spetta a chiunque abbia un contratto di lavoro subordinato.
Generalmente delle 4 settimane maturate durante l’anno l’organizzazione dei giorni spetta sia al lavoratore che al datore di lavoro, i quali cercheranno di comune accordo uno o più periodi considerati più adatti dal punto di vista della produzione, permettendo di allontanarsi per diverso tempo fino senza però creare problemi alla produttività.
Ferie obbligatorie? Cosa dice la legge
Nel caso in cui il lavoratore rifiuti di godere delle ferie maturate il datore di lavoro potrà obbligarlo a non lavorare per non incorrere in sanzioni amministrative che possono partire da una somma di 120 euro per arrivare fino a 720 euro. Il totale della multa poi aumenterà nel caso in cui siano coinvolti più di 5 lavoratori o la condotta sia stata segnalata in più di 3 periodi diversi, salendo da 480 euro a 1.800 euro. Ulteriori incrementi (da 960 euro a 5.400 euro) se sono coinvolti più di 10 lavoratori o 5 periodi di riferimento differenti.
Nel caso in cui il lavoratore abbia comunque delle ferie non godute potrà far scattare gli oneri di versamento dei contributi INPS, più nello specifico è compito dell’azienda assicurarsi che i lavoratori godano delle proprie ferie entro il 30 Giugno del secondo anno successivo (nel caso dell’anno corrente il 30 Giugno scadranno le ferie non godute del 2021).
Generalmente quindi qualora l’azienda non riesca ad azzerare le ferie dei propri dipendenti entro i termini previsti per legge dovrà versare i contributi all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Una delle poche eccezioni sulle tempistiche riguarda i lavoratori in cassa integrazione, i quali potranno godere delle ferie una volta ripresa l’attività lavorativa.