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Dove conviene avere un conto corrente nel 2023? La risposta è sorprendente

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Il recente aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea ha influenzato anche i costi dei conti correnti degli italiani. Ecco dove conviene mantenere i propri risparmi nel 2023.

Il conto corrente è, senza ombra di dubbio, lo strumento preferito dagli italiani per la gestione dei propri risparmi. Del resto, oggigiorno, avere un conto corrente è indispensabile sia per i privati cittadini, per la gestione dei risparmi, che per le imprese.

A far tremare i risparmiatori italiani sono i recenti aumenti dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea, che come ovvio, hanno avuto un impatto anche sui conti correnti del nostro Paese. Eppure, secondo l’ultima analisi del Sole 24 ore, pare che alcune banche abbiano deciso comunque di mantenere i costi ed in tanti casi addirittura ritoccarli al ribasso.

Ecco dove conviene depositare i propri risparmi nel 2023 per scampare all’inflazione.

Conto corrente, dove conviene averne uno nel 2023

Stando all’ultima indagine condotta dal quotidiano economico Sole 24 ore, nonostante i forti rincari dei tassi di interesse e l’aumento dei costi di gestione dei conti correnti, alcune Banche nostrane avrebbero comunque deciso di ritoccare al ribasso i costi sul conto corrente.

Tra gli istituti di credito che hanno applicato una riduzione dei costi di gestione del conto corrente ai propri clienti, Banca Sella. Nello specifico, la Banca del gruppo Sella avrebbe azzerato la commissione di giacenza media per le imprese. La stessa iniziativa, sempre rivolta alle imprese, è stata presa anche da Bnl e Bpm, che però, hanno aumentato i costi dei conti correnti per via dell’inflazione. Spicca anche il Banco di Desio, che ha ridotto gli oneri sui conti correnti, ma che allo stesso tempo, evidenzia il Sole 24 ore ha deciso di aumentare i costi dei conti. Presto si unirà Bper che, a partire dal prossimo mese di maggio ridurrà i costi per tutti i clienti che hanno subito gli effetti dei tassi negativi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Fineco e Intesa San Paolo, che ritoccheranno al ribasso il costo del canone mensile sui conti a partire da giugno 2023.

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E ancora Unicredit ha deciso di ridurre il canone, aumentando però i costi per l’inflazione. Credem che è tornata sui suoi passi, ripristinando le condizioni antecedenti l’aumento dei tassi di interesse, successivamente all’aumento dei costi sui conti correnti nel 2022. Poi c’è Credit Agricole, che è in fase di valutazione e istituti come Banca Etica, Banca Mediolanum, Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Sondrio e Sparkasse che, invece, sembrano essere salde alle loro posizioni. Infine, il Gruppo Poste Italiane ha ridotto le spese sul canone del conto corrente, tuttavia, anche in questo caso a causa dell’inflazione, sono stati ritoccati al rialzo i costi sul conto corrente.