Impiegare ore a prepararsi, essere in ritardo e non riuscire a valutare correttamente il proprio tempo a disposizione non è più una questione di maleducazione o di cattiva organizzazione.
La scienza ha scoperto che una parte dell’organismo ha un ruolo fondamentale nel gestire la percezione che si ha del tempo e della propria organizzazione, ecco i risultati dello studio ed alcuni consigli su come riuscire ad essere in orario.
Il tempo è relativo, ci sono giorni in cui i minuti non passano mai, in cui sembra che i secondi si dilatino notevolmente rispetto al normale, e giorni in cui invece le ore passano in un batter d’occhio. Per alcune persone riuscire a gestire il proprio tempo risulta essere particolarmente difficile tuttavia arrivare sempre in ritardo potrebbe portare a giudizi da parte di colleghi, amici e famiglia.
Esistono alcuni fattori che contribuiscono ad una distorta concezione del tempo, come ad esempio l’ansia, lo stress, la paura del fallimento oppure la scarsa conoscenza del tempo necessario a svolgere una certa attività e quindi una sovrastima delle proprie capacità. Benché le soluzioni cambino da persona a persona, gli studi hanno valutato che i timer impostati durante la giornata possono essere di grande aiuto, così come anche il mantenimento una routine quotidiana stabile.
Essere multitasking inoltre può aiutare a non arrivare in ritardo ad un appuntamento ma solo qualora una persona riesca a completare tutte le attività prefissate, altrimenti si possono innescare dei meccanismi che porteranno (soprattutto i più perfezionisti) a tardare ulteriormente.
Uno studio pubblicato nel 2017 sulla rivista “Hippocambus”, eseguito da Hugo Spiers, professore di neuroscienze cognitive all’University College di Londra, ha rivelato come l’ippocampo, che si trova nella porzione mediale del lobo temporale, ha un ruolo fondamentale nella percezione del tempo, nell’elaborazione dei ricordi e nella memoria degli eventi.
Ciò ha quindi messo in luce una condizione che è totalmente fisiologica nelle persone, le quali non agiscono sicuramente per mancanza di rispetto o per pigrizia, il cervello dei ritardatari infatti li porta a sottovalutare il tempo necessario per portare a termine alcune attività.
Un altro fattore molto influente sul ritardo delle persone riguarda lo stato di ansia e che soffrono di depressione, due malattie in forte crescita soprattutto negli ultimi anni, sia in Italia che in Europa. Le persone in questo caso possono fare ritardo a causa della scarsa autostima provata nei loro confronti, questo li porta quindi ad essere autocritici ed a impiegare molto più tempo nello svolgimento delle mansioni rispetto ad altre persone.