Eredita 480 milioni di lire, poi passa all’incasso: la risposta delle banche
È successo davvero! Uno zio deceduto lascia in eredità a una donna di 85 anni la considerevole cifra di 480 milioni delle vecchie lire. Unica erede ma non può cambiarli in euro, carta straccia.
Il tesoretto era conservato presso la Banca Intesa San Paolo di Parma all’interno di una cassetta di sicurezza. La sorpresa alla notifica di essere l’unica ereditiera è subito seguita dalla delusione per la signora. Ma non si arrende e fa causa.
Eredità milionaria, ma non può ritirarli perché in lire
Una storia inverosimile che ha colto alla sprovvista una donna over 80 di Foggia che ha ottenuto un’eredità di milioni di lire. I funzionari che conservano la somma in una cassetta di sicurezza hanno rifiutato di cambiare in euro i soldi ereditati.
Si tratta di 480 milioni di lire accumulate dallo zio deceduto, solo e senza figli. Le banconote di diverso taglio sono state consegnate all’unica erede che ha subito preso contatto con la Banca d’Italia per ottenere il corrispettivo in euro. La risposta, però, è stata negativa. Non è possibile chiedere la conversione delle lire in euro in quanto sono trascorsi oltre 10 anni dall’entrata in vigore della nuova moneta.
La causa per ottenere l’eredità
La donna non si è certo arresa di fronte al rifiuto di conversione del denaro ereditato e ha chiamato ben due avvocatesse. Patrizia De Paola ed Elena Caparello, legali appartenenti al Foro di Roma, sono esperte proprio nel campo della conversione monetaria a livello internazionale si occupano del caso.
La richiesta forzosa di cambio da lire a euro della somma ereditata dalla cliente è stata inviata al Tribunale ordinario. Le avvocatesse affermano che in Italia c’è realmente una prescrizione decennale per la conversione monetaria, legge che non è presente in tutti gli altri Paesi europei.
Inoltre, i legali dell’ereditiera di 480 milioni di lire, sostengono che il termine di prescrizione decennale entra in vigore nel momento in cui il soggetto entra in possesso della somma. Non si può prendere in considerazione il periodo precedente in quanto la signora non aveva materialmente il denaro e nemmeno sapeva che gli sarebbe spettato. Tale definizione è regolata dall’art. 2935 del codice civile.
Cosa fare in questi casi?
Lo studio legale che si è fatto carico del caso della signora ha fatto sapere che, in questi casi, la prima azione da fare è inviare una diffida stragiudiziale a Bankitalia. Tale comunicazione deve essere inviata tramite Pec per essere certificata e avere valore legale. Inoltre è necessario inviare la stessa comunicazione al Mef, il Ministero di Economia e Finanze.
I legali impregnati nel caso, inoltre, hanno affermato che se in seguito a tali azioni non si riceve alcuna risposta positiva, si prosegue con una causa civile presso il Tribunale di Roma. Questo perché gli enti ufficiali che devono fornire autorizzazione alla conversione ed effettuare il pagamento, hanno sede nella Capitale. La cifra che dovrà essere versata all’ereditiera è pari a 235 mila euro.