Arriva la proroga per i gestori del servizio di identità digitale, lo SPID resterà attivo per altri due anni ancora. Di seguito tutti i dettagli.
Il Sistema Pubblico di Identità Digitale, meglio conosciuto come SPID, è un codice informatico che garantisce l’identificazione in maniera univoca di un cittadino o di un’azienda e gli permette di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Lo spid è composto da un username ed una password attraverso i quali l’utente viene riconosciuto e, di conseguenza, potrà utilizzare in modo semplice, veloce e sicuro i servizi erogati online da oltre 4 mila Pubbliche Amministrazioni. Tanto per fare un esempio pratico, lo spid è indispensabile per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2023 precompilata, per richiedere diversi bonus e agevolazioni fiscali sul sito dell’INPS o semplicemente controllare il cedolino della propria pensione e così via.
Per ottenere il rilascio dell’identità digitale è necessario aver raggiunto la maggiore età e presentare un documento di riconoscimento, la tessera sanitaria con codice fiscale, fornire un indirizzo e – mail valido ed un numero di telefono.
Per registrarsi è possibile scegliere tra diversi gestori del servizio, anche detto identity provider, accreditati dall’AGID (Agenzia Italia Digitale). Di recente, però, gli oltre 34 milioni di utenti hanno tremato davanti all’ipotesi di una definitiva abrogazione dello SPID, come conseguenza del mancato rinnovo della proroga ai gestori del servizio da parte del Governo. Insomma, l’identità digitale sembrava avere il destino segnato, ma stando alle notizie delle ultime ore, c’è stata una brusca inversione di marcia che ha messo la parola fine al pericolo.
Fino a qualche ora fa il destino dello SPID era “decisamente incerto”! A salvare il Sistema Pubblico di Identità Digitale 40 milioni di euro per avere una proroga di altri due anni. Questo significa che gli oltre 34 milioni di utenti, potranno tirare un sospiro di sollievo e continuare ad operare tramite spid per i prossimi due anni. Il contributo di 40 milioni una tantum ai gestori dell’identità digitale è stato approvato in commissione Bilancio al Senato attraverso il decreto Pnrr.
I fondi sono destinati a coprire i costi per l’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche, necessario non solo per la crescente domanda da parte di utenti e service provider pubblici, ma anche per poter garantire l’allineamento costante dei dati comunicati in fase di richiesta delle identità digitali con i dati presenti in Anpr (Anagrafe nazionale della popolazione residente).
Insomma, il momento di mandare lo SPID in soffitta è rimandato, proprio come sottolinea Alessio Butti, sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione “è un primo passo avanti fondamentale verso il processo di razionalizzazione del sistema dell’identità digitale. Si tratta di un’iniziativa che ho voluto fortemente, non solo per assicurare la continuità operativa del servizio, ma anche e soprattutto per garantire gli adeguamenti tecnologici necessari affinché tutti i cittadini possano beneficiare di un’identità digitale sempre più sicura, affidabile ed efficiente”.