Quando andrò in pensione se sono nato negli anni 70, 80 e 90: ci sono sorprese
Che la pensione per i giovani sia un miraggio era già assodato da tempo, ora però grazie al servizio dell’INPS le date e le età in cui si potrà smettere di lavorare sono messe nero su bianco.
L’altissimo tasso di disoccupazione, che arriva a toccare livelli estremamente critici per i nati dopo gli anni ’80, non promette nulla di buono, con le legislazioni attuali infatti si rischierà di dover aspettare ancora parecchi anni prima di poter andare in pensione.
Sul portale dell’INPS è presente un simulatore, utilizzabile da chiunque, che può mostrare l’età pensionabile da un semplice inserimento di dati personali. Gli unici campi che dovrà compilare l’interessato sono: il sesso, la propria data di nascita, i contributi versati e la tipologia di lavoro svolto.
La simulazione fornirà delle informazioni piuttosto dettagliate sulle previsioni future che, salvo aggiornamenti delle normative o cambiamenti di Governo, svelano quando si potrà godere della propria pensione. Alcune simulazioni di prova hanno portato ala luce dei risultati davvero preoccupanti, ecco qualche dimostrazione.
Per una persona nata negli anni ’60 la situazione non sembra essere particolarmente nera, infatti l’età pensionabile risulta essere molto vicina ed in linea con la condizione legislativa attuale. Nel caso di una donna nata nel 1962 che e ha cominciato a lavorare quando aveva 25 anni potrà andare in pensione a 67 anni e 5 mesi con 42 anni e 3 mesi di contributi versati.
Quando andranno in pensione i nati negli anni 70, 80 e 90
Se una lavoratrice è nata nel 1972 ed ha lavorato da quando aveva 25 anni può andare in pensione anticipata a 65 anni e 4 mesi (purché l’importo pensionistico superi 2,8 volte l’assegno minimo), a 68 anni e 8 mesi (con 20 anni di contributi) o a 73 anni, con la pensione di vecchiaia.
Un lavoratore nato nel 1982 che ha cominciato a lavorare a 28 anni potrà accedere al pensionamento a 66 anni e 2 mesi (con 20 anni di contributi e con un imposto maturato superiore a 2,8 volte l’assegno minimo), a 69 anni e 6 mesi (con 20 anni di contributi) oppure al raggiungimento dell’età necessaria per accedere alla pensione di vecchiaia, ovvero 73 anni e 9 mesi.
Il futuro peggiore è invece riservato per i nati negli anni ’90, infatti nel caso in cui un lavoratore sia nato proprio nel 1990 potrà andare in pensione a:
- 70 anni, qualora abbia versato almeno 20 anni di contributi
- 74 anni e 3 mesi in caso abbia meno di 20 anni di contributi
- 70 anni ma solo se ha accumulato 45 anni di contributi
- 66 anni e 10 mesi nel caso in cui abbia almeno 20 anni di contributi e maturato un importo che supera di 2,8 volte l’importo minimo.