La prima casa può essere pignorata? Cosa prevede la legge
Andiamo a scoprire in quali circostanze la prima casa è pignorabile e in quali no per evitare di fare confusione su una tematica piuttosto delicata
Il pignoramento della casa è qualcosa di atroce che però bisogna mettere in conto qualora si abbiano delle gravi situazioni pendenti. I dubbi principali in tal senso scattano per quanto concerne la prima casa. Infatti spesso si tende a pensare che non sia pignorabile, ma in realtà non è propriamente così.
Nonostante sia la casa in cui si vive e rappresenti un bene fondamentale per il proprio fabbisogno esiste un caso eccezionale in cui anche la prima casa può essere pignorata. Andiamo a scoprire di cosa si tratta per l’esattezza.
Pignoramento prima casa: quando si può e quando non si può
La prima cosa da fare è capire chi è titolare del credito. Infatti se è l’Agenzia delle Entrate esistono diversi limiti e condizioni, mentre per quanto concerne i privati vale la regola della pignorabilità della prima casa. Dunque, questa può essere espropriata per un debito nei confronti di creditori privati oppure per un debito con il Fisco nel caso non si rispettino i requisiti di impignorabilità.
In ogni caso la legge a cui attenersi in tema di pignoramento della prima casa è il D.P.R numero 602/1073 che all’articolo 76 disciplina regole, limiti e condizioni per quanto concerne l’espropriazione immobiliare. Per effetto di ciò ne consegue che l’Agente di riscossione non può dare corso all’espropriazione se l’unico immobile di proprietà del debitore è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi risiede anagraficamente.
Può invece procedere se l’importo complessivo del credito per cui si procede è superiore a 120mila euro. L’espropriazione può essere avviata se è stata iscritta l’ipoteca prevista dall’articolo 77 e sono decorsi almeno sei mesi dall’iscrizione senza che il debito sia stato estinto. Quindi il concessionario non può ricorrere al pignoramento della prima casa se il valore dei beni è al di sotto dei 120mila euro.
Quindi, spiegato ciò, è abbastanza evidente che queste limitazioni alla pignorabilità valgono soltanto nel caso in cu sia il Fisco a vantare il credito. Alla base di ciò c’è la necessità di bilanciare gli interessi, quindi si tratta di una scelta legislativa. Diverso il discorso per quanto concerne i privati visto che così facendo si andrebbe a ledere ingiustamente il diritto al credito portando ad una fase di stallo che di certo non è rende giustizia a chi aspetta il pagamento.