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Gli effetti catastrofici di un’escalation nucleare, 85 milioni di morti: sai in quanto tempo?

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Attraverso una simulazione condotta dall’Università di Princeton sono stati resi noti i possibili effetti devastanti di una guerra atomica.

L’ipotesi di un posizionamento di testate nucleari russe in Biellorussia, ha alzato il livello di allerta su una possibile escalation nucleare del conflitto in Ucraina e sulle possibili conseguenze a livello planetario.

Stando alle stime rilevate attraverso la simulazione condotta dall’Università di Princenton, una guerra atomica causerebbe solo nel giro di poche ore, la morte di almeno 90 milioni di persone. Nel corso della ricerca, gli esperti hanno ipotizzato un attacco da parte dei russi dalla base di Kaliningrad, dove da anni Mosca mantiene batterie di missili capaci di contenere ordigni nucleari. In tali circostanze, molte capitali Europee sarebbero bombardate in pochissimi istanti. Non solo le più prossime ai confini russi, ma anche alcune città italiane potrebbero rientrare tra gli obiettivi missilistici.

Un attacco che, secondo i ricercatori non resterebbe impunito. Pertanto, i Paesi Nato potrebbero rispondere immediatamente all’attacco e, di conseguenza dar vita a una controreplica russa. Una situazione catastrofica che provocherebbe 85 milioni di morti in poche ore. Senza contare “l’inverno nucleare” potenzialmente nocivo per l’umanità intera a causa delle radiazioni lanciate dal vento anche in zone molto lontane da quelle degli attacchi.

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Stando alla simulazione di Princenton, dunque, un attacco atomico causerebbe in poche ore quasi 90 milioni di vittime e, l’intero pianeta potrebbe rimanerne coinvolto dall’evento. Un evento potenzialmente letale l’esistenza stessa dell’uomo sul pianeta Terra.

Tuttavia, nonostante generi tanta tensione il conflitto in Ucraina, sono molti gli esperti che ritengono molto lontana l’ipotesi di un’escalation nucleare. Ecco quanto ha affermato lo storico militare Gastone Breccia, intervistato su La Nazione “Putin potrebbe essere spinto a sferrare un disperato attacco nucleare solo se il suo esercito fosse all’angolo questo può verificarsi nel caso l’Ucraina metta in atto un’offensiva di successo sfondando le linee russe. Ecco che a quel punto l’unica possibilità moscovita sarebbe l’arma di distruzione di massa. Credo, però, che l’Occidente e la Nato non avrebbero la necessità di rispondere: sarebbe sufficiente una controffensiva convenzionale, perché a quel punto – sottolinea Breccia – la Russia politicamente sarebbe finita”.

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Infatti, in caso di attacco atomico, Mosca potrebbe perdere l’appoggio della Cina e resterebbe sempre più isolata. Pertanto, l’ipotesi avanzata dall’Università di Princenton sembra, per nostra fortuna, destinata a restare tale. Insomma, nonostante il clima di tensione gli esperti ci lasciano tirare un respiro di sollievo.