Pagamento in contanti, in queste situazioni è sconsigliato: rischieresti grosso
Anche se dal 2023 il tetto ai pagamenti in contante è stato aumentato dal Governo Meloni, esistono molti casi in cui è altamente consigliabile effettuare dei pagamenti tracciabili, così da non correre rischi.
I pagamenti effettuati con le banconote sono sicuramente molto comodi, anche quando il prezzo complessivo è molto basso o quando si vuole gestire visivamente la suddivisione delle spese mensili, tuttavia si finisce spesso per perdere vantaggi e bonus.
Rispetto a qualche anno fa la percentuale di persone che preferiscono pagare con carte e bancomat è drasticamente aumentato, non solo perché garantiscono una sicurezza sulla transazione, ma anche perché così si evitano furti e danni involontari alle banconote che le renderebbero poi inutilizzabili nei negozi.
L’aumento del tetto al contante presente nell’ultima Legge di Bilancio ha dato nuovo respiro a chi invece preferisce ritirare periodicamente il proprio denaro agli ATM della propria banca, ritenendo il pagamento in banconote l’unica vera transazione di denaro gratuita sia per i consumatori che per gli esercenti, i quali non dovranno sottostare ad alcuna commissione e potranno quindi incassare l’intera somma richiesta ai loro clienti.
Quello che pochi considerano però è che pagare in contanti fa perdere molti vantaggi e potenzialmente può mettere in pericolo una o entrambe le parti.
Quando non pagare in contanti
La prima situazione a cui è importante prestare attenzione è particolarmente pericolosa in quanto, se scoperti, sia esercente che consumatore possono rischiare davvero grosso. Per la normativa antiriciclaggio è infatti vietato pagare some superiori a 5mila euro in Italia e 10mila euro in Europa.
Esistono inoltre dei vantaggi molto importanti che possono essere goduti solo tramite pagamenti elettronici, tra cui:
- il pagamento delle spese mediche, che possono essere detratte al 19%
- il pagamento degli stipendi dei collaboratori domestici come colf, badanti o governanti
- il pagamento delle le ristrutturazioni di casa per cui è prevista la detrazione fiscale
- il pagamento degli elettrodomestici di alta classe energetica se fanno parte del bonus mobili
- i prestiti che, anche se effettuati in famiglia, possono portare ad un controllo dell’Agenzia delle Entrate per mancata tracciabilità
- il pagamento del canone d’affitto, che deve essere sempre tracciabile così da avere una prova sicura delle transazioni eseguite anche in anni precedenti
- il pagamento delle rate del condominio, esattamente come per l’affitto, avere una ricevuta fiscale pronta all’uso può salvare da tante situazioni spiacevoli.
- pagamenti per le visite veterinarie, le quali possono essere detratte al 19%, come le spese mediche.