Il tassametro è stato inventato nel lontano 1891, e nel tempo è stato molto utile per applicare una tariffa equa ad ogni corsa.
Quando saliamo su un taxi, però, dobbiamo considerare il fatto che paghiamo già una tariffa minima, insieme ad altri fattori che variano di città in città.
Vediamo quindi come funziona il tassametro in ogni taxi e qual è l’importo minimo che ci tocca pagare per ogni corsa, sempre.
Il tassametro serve per determinare l’importo della corsa, in base alla sua durata, velocità e tempo di attesa. In genere, il costo della corsa varia di comune in comune, in ogni caso sono presenti alcuni parametri uguali per tutti i tassametri d’Italia. Essi sono:
Se i costi che abbiamo appena visto sono tutti variabili, il costo minimo rimane fisso, a seconda del comune in cui ci si trova. Il prezzo del taxi, infatti, viene determinato a monte dal comune, risultando in questo modo equo e uguale, garantendo l’omogeneità del pagamento a prescindere dal tassista.
Il costo fisso va dai 2 ai 3 euro per ogni corsa, quello legato alla percorrenza, invece, varia a seconda del comune. In Italia, il costo di un taxi oscilla da 0.70 centesimi al chilometro a più di 1,15 euro.
Questo rilievo è stato effettuato dalla banca Svizzera Ubs, dove hanno rilevato che percorrere 5 km in taxi a Milano costano intorno ai 15 euro, mentre Roma si spende qualche euro in meno. Nella Capitale, percorrere 5 km costa 13 euro.
Nel resto dell’Europa si spende ancora meno, dato che le principali capitali europee, come Bruxelles, Madrid e Parigi, hanno tariffe di 11 euro circa per 5 km. Ad Amsterdam e Londra, però, si spende di più. Nei paesi bassi e in Inghilterra, infatti, si arriva a spendere fino a 17 euro per 5 km.