Rdc diventa Mia e esclude migliaia di percettori, colpa dell’Isee
In arrivo MIA che sostituirà il Reddito di cittadinanza, ma la nuova soglia Isee escluderà migliaia di percettori.
A partire dal prossimo primo di settembre arriverà MIA (Misura di Inclusione Attiva) che manda in pensione il Reddito di Cittadinanza, attivo dal 2019 per mano dell’ex Governo Conte. La bozza del provvedimento sarà presto sottoposta all’attenzione del Consiglio dei Ministri, ma si prevedono regole e limiti molto più severi rispetto al Rdc. Soprattutto, sarà notevolmente ridotta la platea di beneficiari del sostegno economico. Infatti, potrebbero rimanere fuori dall’erogazione di ogni forma di aiuto, quasi 160 mila attuali titolari di Reddito di Cittadinanza.
A sollevare la questione è La Repubblica, nell’uscita di venerdì 10 marzo, dove si legge: “Oltre a 725 mila percettori tenuti a sottoscrivere un Patto per il lavoro, ci sono 157 mila beneficiari di Reddito occupati: lavoratori poveri con salari molto bassi (il 65% a part – time) che integrano con il sussidio. Cosa succederà se – come pare – il governo abbasserà l’asticella dei requisiti Isee per tutti i beneficiari single, come raccontato a Repubblica dalla misura Calderone? Questi lavoratori poveri rischiano di essere tagliati fuori dalla nuova misura che sostituirà il Reddito”.
Insomma, MIA anche se ancora in bozza, solleva le prime perplessità. Ecco nel dettaglio cosa prevede la nuova misura.
Rdc diventa Mia: cosa succederà?
Il destino del Reddito di Cittadinanza pare ormai segnato. A sostituirlo sarà la Misura di Inclusione Attiva, meglio conosciuta come MIA. Tra poco meno di cinque mesi potrebbero essere migliaia gli attuali beneficiari di Reddito di Cittadinanza, a non poter più ricevere nessuna forma di aiuto. Questo, soprattutto, come conseguenza di un notevole abbassamento della soglia Isee per poter accedere alla prestazione.
Con la MIA, infatti, sarà necessario avere un valore Isee fino a 7.200 euro e non più 9.360 euro. Saranno oggetto di un ritocco al ribasso anche gli importi erogati e la durata del riconoscimento della prestazione. L’assegno mensile sarà di 500 euro per i nuclei familiari con almeno un componente minore, disabile oppure over 60. Il trattamento avrà una durata pari a 18 mesi per un massimo di 6 mila euro annuali.
Per i nuclei familiari in grado di lavorare e con un’entrata massima di 4.500 euro annuali, è prevista l’erogazione di un importo pari a 375 euro al mese, per una durata massima di 12 mesi, per un totale di 4.500 all’anno. Insomma, una forte stretta alla misura, da parte della nuova squadra di Governo, ma che secondo le parole della ministra del Lavoro Marina Calderone, sarà riconosciuta a chi ne ha davvero bisogno, come le famiglie con figli e gli over 60.