Chi assiste un disabile ha diritto a molti benefici che derivano dal riconoscimento dell’invalidità dell’assistito secondo la legge 104.
Il procedimento di riconoscimento dell’invalidità è spesso lungo e complesso, ma una volta che il disabile risulta accertato, è possibile fruire di permessi e benefici economici per assisterlo.
Questo provvedimento mira a facilitare l’assistenza del disabile, e si possono ottenere congedi retribuiti e agevolazioni economiche. Vediamo in definitiva quali sono tutti i benefici che spettano a chi assiste un parente disabile convivente.
Chi assiste un proprio parente disabile accertato ha diritto a diverse agevolazioni sull’acquisto di servizi e prodotti che agevolano l’assistenza del disabile. Tra i principali prodotti che è possibile acquistare con IVA agevolata ci sono le automobili, che è possibile acquistare con un’IVA ridotta al 4%.
Inoltre c’è l’esenzione completa dal bollo e non si paga nemmeno l’imposta per il passaggio di proprietà. Chi fruisce del beneficio deve essere un familiare convivente del disabile, e la persona disabile deve essere fiscalmente a carico del familiare che la assiste.
Inoltre, ci sono ingenti detrazioni fiscali sull’acquisto di sussidi tecnici e informatici, sulle spese per l’assistenza personale e sui lavori effettuati per l’eliminazione delle barriere architettoniche.
I due sussidi più popolari per chi assiste un parente disabile sono senza dubbio l’indennità di accompagnamento e l’assegno di cura. L’indennità di accompagnamento consiste in un assegno corrisposto al familiare che assiste il disabile e il suo importo, al momento, è di 525,17 euro al mese.
L’assegno di cura, invece, è un ulteriore beneficio dedicato al parente che assiste il disabile. Il suo importo si aggira sempre intorno alle 500 euro, ma varia di regione in regione perché la sua erogazione è di competenza di questo ente.
Una volta ottenuta la legge 104, il familiare in linea retta (genitore, figlio, fratello o sorella) che assiste il disabile può ottenere congedi e permessi retribuiti.
Il permesso più breve è previsto all’art. 33 della legge 104/1992, è di 3 giorni al mese e viene accordato anche per orari frazionati. Esso è retribuito, e permette al familiare di assistere il suo parente disabile senza perdere nulla sullo stipendio.
Il congedo straordinario, invece, spetta al familiare convivente che sia titolare di rapporto lavorativo dipendente privato o pubblico. Questo congedo dura fino a 2 anni ma si può anche dividere in più periodi. Viene retribuito al lavoratore che, in questo periodo, perde soltanto i contributi figurativi per la pensione.
Da ultimo bisogna considerare la pensione anticipata. Essa viene concessa a chi ha un parente disabile accertato con una percentuale di disabilità pari o superiore al 74%, e deve convivere con il disabile da almeno 6 mesi.
Come per il congedo straordinario, l’Ape sociale (il provvedimento in cui ricade questa pensione anticipata) spetta ai parenti più prossimi del disabile, come genitori, figli e coniuge.