Lavorare solo 4 giorni potrebbe essere presto una realtà, ecco tutti i benefici
Chi l’ha detto che la produttività aumenta con l’aumento di ore lavorate? Gli esperimenti condotti in Europa e nel mondo hanno fermamente sdoganato questa convinzione, rivelando una realtà molto diversa.
Lavorare meno per produrre di più, mantenendo lo stesso stipendio, potrebbe essere una delle soluzioni più rivoluzionarie attuate negli ultimi anni nel mondo del lavoro. Il tema della settimana corta è centrale ora anche in Italia.
A seguito della pandemia e della presa di coscienza dell’instabilità della vita attuale in molti hanno cominciato a non considerare più il lavoro come centro della propria vita, aprendo la propria vita a hobby, famiglia o esperienze. Ciò che è ora il fulcro vitale delle persone è il benessere mentale, un aspetto che è stato a lungo sottovalutato e di cui ora se ne pagano le conseguenze.
Le ultime generazioni hanno letteralmente stravolto la visione della propria vita e, non volendo più concedere un terzo dei propri anni per svolgere un lavoro, molto spesso anche mal retribuito, hanno cominciato a spingere verso una visione del lavoro più a portata d’uomo, creando delle iniziative in Europa particolarmente proficue sia per i lavoratori che per le aziende.
I modelli legati alla settimana lavorativa di 4 giorni sono parecchi, la Spagna ad esempio ha aperto le danze accompagnata dalla Gran Bretagna, seguite da numerosi altri stati in cui l’accoglienza da parte dei cittadini è stata più che calorosa.
I risultati dell’esperimento inglese
Nel 2022 in UK si è svolto un esperimento promosso dall’associazione Four Days Week Global, dall’università di Cambridge e Boston e della società di ricerca Autonomy, a cui hanno aderito ben 61 aziende, le quali hanno offerto ai dipendenti la possibilità di lavorare un giorno in meno rispetto alle canoniche 5 giornate mantenendo il loro stipendio abituale.
I risultati dell’esperimento hanno evidenziato, come già successo altrove, non solo un maggiore benessere per i dipendenti, ma un grande miglioramento sotto il punto di vista della produttività in quanto le persone andavano al lavoro più felici, meno stressate e più fiduciose nei confronti dell’azienda per cui lavorano, abbassando anche la percentuale di dimissioni o permessi richiesti.
In Italia il tema è ancora molto caldo infatti se ne sta discutendo ormai da settimane sull’eventuale implementazione di un esperimento simile tra un campione di aziende selezionate. Nel frattempo alcuni grandi nomi, come Intesa San Paolo, hanno proceduto con l’ideazione di una soluzione ibrida che consiste nel dividere il lavoro tra presenza e smart-working, trovando già un grande successo.