Il Rdc diventa Mia: cosa cambia per le famiglie con minori a carico
La Misura di Inclusione Attiva (Mia) è il nuovo provvedimento che prende il posto del Reddito di Cittadinanza. Scopriamo quali sono le differenza più importanti per le famiglie con figli minorenni
Il Reddito di Cittadinanza così come lo abbiamo sempre conosciuto è ormai andato in cantiere. Con l’avvento del Governo Meloni prima è stato limitato e poi di fatto stravolto. Adesso il sussidio sarà elargito solo in alcuni specifici casi e con importi decisamente più bassi rispetto al passato.
In attesa di avere dei risconti ufficiali in tal senso, la bozza su cui si sta discutendo, prevede l’introduzione della Misura di Inclusione Attiva (Mia) che appunto andrà a sostituire il RDC. Andiamo a vedere quali sono i punti fondamentali inerenti le famiglie.
Mia: qual è la differenza degli importi erogati rispetto al RDC
La prima differenza che viene fuori è che nelle famiglie in cui ci sono persone disabili, figli minori o anziani l’assegno avrà di 500 euro mentre chi non ha all’interno del nucleo nessuna di queste tre categorie dovrà “accontentarsi” del 25% in meno. Per quanto concerne i minorenni, usciranno dalla scala di equivalenza e riceveranno una quota fissa di 50 euro al mese oltre che l’assegno unico e universale per i figli a carico.
Andiamo a vedere degli esempi pratici partendo dalla bozza ora all’esame e tenendo conto dell’importo massimo del sussidio contro la povertà. Ad esempio una madre con due figli minori con la Mia può avere 600 euro (500 per la madre e 50 euro a testa per ogni figlio) mentre con il Reddito di Cittadinanza avrebbe potuto aspirare anche a 700 euro.
Per quanto concerne il caso di due genitori con due figli maggiorenni, l’importo che attualmente è di 1.050 euro al mese scenderebbe a 787,50 euro visto che nella famiglia non sono presenti categorie protette. Lo stesso quadro con l’aggiunta di un terzo figlio, ma minorenne porterebbe ad avere 50 euro in più.
Ad un uomo che vive da solo intorno ai 45 anni e non disabile spettano invece 375 euro anziché 500 euro. Chiaramente la diminuzione è dovuto al fatto di non rientrare in un nessuna delle categorie tutelate sopracitate. Insomma, un quadro non propriamente benevolo, che però al momento rimane nell’ambito delle ipotesi. Nei prossimi mesi si capirà realmente quale sarà il destino delle famiglie italiane sotto questo punto di vista. Come ha spiegato il Ministero dell’Economia il quadro potrebbe cambiare e anche di molto nel momento in cui sarà approvato il testo definitivo.