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Come capire quando gettare o consumare un alimento oltre la data di scadenza

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La data di scadenza dei prodotti è una dicitura che spesso confonde i consumatori, tanto che ogni anno vengono gettate quantità enormi di cibo ancora completamente edibile.

Ciò che spesso crea dubbi nelle persone sono le formule poco chiare presenti sulle confezioni, infatti secondo le statistiche fornite da Altroconsumo solo 3 consumatori su 7 conosce realmente la differenza tra esse.

Per legge ogni alimento venduto presso i supermercati deve contenere non solo la lista con tutti gli ingredienti contenuti o l’avvertenza di presenza di allergeni, ma deve anche aver ben visibili la tabella nutrizionale ed appunto, la data di scadenza, la quale deve essere ben leggibile e posta in un punto visibile della confezione.

Attualmente sui prodotti possono essere presenti due tipologie di formule diverse, una che recita “da consumarsi entro” e l’altra “da consumarsi preferibilmente entro”. La prima si può trovare sugli alimenti più delicati e più facilmente deperibili, come carne, pesce o preparazioni pronte da mangiare. La seconda dicitura è invece presente su prodotti secchi, come pasta, biscotti o legumi, i quali mantengono le loro caratteristiche inalterate anche dopo la data di scadenza.

A differenza di una tartare di pesce infatti, la quale è molto soggetta a formazione di batteri e muffe, una confezione di riso difficilmente viene intaccata dal tempo, ecco perché in caso di buona conservazione il riso può essere facilmente consumato anche molto oltre la data di scadenza, senza incorrere in rischi per la salute.

Come capire se si può mangiare un alimento scaduto

A seguito dei report annuali sullo spreco alimentare la Commissione Europea ha proposto l’inserimento di una nuova frase che i produttori dovranno indicare sulle confezioni degli alimenti, ovvero: “Spesso buono oltre”. Ciò aiuterebbe i consumatori a guadagnare maggiore consapevolezza sullo stato dell’alimento, evitando di gettare cibo ancora in buono stato e perfettamente consumabile.

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Grazie a questa novità, ancora in fase di valutazione, si potrebbe risolvere almeno parzialmente l’enorme problematica legata allo spreco alimentare, che nel 2021 ha comportato la perdita di 150miliardi di euro. Durante tutto l’arco del 2021 infatti lo spreco è addirittura stato maggiore rispetto al quantitativo di cibo che è stato importato in tutta Europa.

In attesa della nuova dicitura quindi è importante riconoscere quando e se sia il caso di mangiare un alimento scaduto. Generalmente gli alimenti da dispensa possono essere consumati anche entro due mesi oltre la scadenza mentre i prodotti in frigo possono essere mangiati solo entro un massimo di 2-3 giorni, purché la conservazione sia stata ottimale. Risulta invece consigliabile evitare di consumare prodotti altamente deperibili, come pesce crudo, carne fresca o formaggi freschi.