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La Chiesa non paga quasi nessuna tassa: quanto costa alle casse italiane

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La notizia sopraggiunta negli ultimi giorni, in merito all’obbligo dello Stato al recupero dell’ICI anche sugli immobili della Chiesa, ha fatto molto parlare, ma quanto costa la Chiesa alle casse nazionali?

L’insieme di tutte le tasse mai versate, dell’8×1000, delle agevolazioni e dei contributi costano all’Italia poco meno di 7 miliardi, una cifra folle che fino ad ora è stata a carico dello Stato, le cose però potrebbero parzialmente cambiare.

Secondo l’indagine dell’UAAR (l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) la Chiesa ha più di 50 agevolazioni a carico delle casse nazionali, a partire proprio dalle scuole, dove l’insegnamento della religione cattolica arriva a gravare per ben 1,25 miliardi di euro, questo anche a causa della controversa questione secondo cui agli insegnanti venga assegnato uno stipendio più alto dei colleghi delle altre materie.

L’8×1000, la percentuale detratta dallo stipendio che nel 60% dei casi viene percepita anche (o esclusivamente) dalla Chiesa, anche nel caso in cui il lavoratore non sia credente o praticante, costa 1,13 miliardi di euro. Con questi fondi vengono forniti gli stipendi a sacerdoti ed usato per i restauri delle strutture, oltre che per la costruzione di nuove chiese.

Fino alle ultime discussioni del Governo, erano a carico dell’Italia anche i 620 milioni di euro derivanti dall’esenzione per il pagamento dell’IMU, ICI e tasse sui rifiuti comunali. Prima della tanto aspettata decisione sulla questione ICI, in tali esenzioni venivano comprese anche tutte le strutture mediche e ricettive turistiche, le quali arricchiscono ulteriormente la Chiesa.

I costi della Chiesa in Italia

Tra le 50 voci sono comprese anche agevolazioni che comportano a dei costi leggermente meno ingenti, ma che se sommati tutti assieme riescono a raggiungere cifre davvero folli per uno Stato che si proclama laico e che abbraccia persone di culture e religioni anche molto diverse tra loro.

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Ecco alcune delle voci della lista di cui è importante parlare, soprattutto considerando che parte di queste agevolazioni sono possibili soprattutto grazie ai contribuenti, soprattutto quelli inconsapevoli i quali si vedono sottratti ogni anno milioni di euro dai propri stipendi per esse assegnati alla Chiesa. Proprio per questo è bene ricordare che la scelta del destinatario del proprio l’8×1000 è personale e non si deve limitare agli enti religiosi, ma può essere devoluto anche interamente allo Stato.

  • Servizi appaltati in convenzione, 300 milioni
  • Contributi dei Comuni, 257 milioni (dato antecedente al 2010)
  • Contributi delle Regioni, 242 milioni (dato antecedente al 2010)
  • Accesso alle Zone a Traffico Limitato, 1,5 milioni di euro
  • Riduzioni del canone TV, 370 mila euro