Inflazione, l’Istat smentisce i dati negativi: tutti i numeri a partire dalla spesa
L’Istat ha fornito le ultime novità in termini di inflazione, mettendo nero su bianco la reale situazione dei prezzi italiani, comprendendo alimenti e prodotti per la cura della casa e della persona.
Il mese di Gennaio 2023 ha registrato dei rallentamenti sull’inflazione, che si attesta sul 10%, un netto miglioramento rispetto all’11,6% di Dicembre 2022. I prezzi sembrano quindi migliorare in tutta Italia, ma la tranquillità è ancora lontana.
L’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica, ha il compito mensile di fornire indicazioni in merito ai livelli di inflazione presenti in Italia, analizzando nel dettaglio l’andamento dei prezzi di ogni prodotto venduto in Italia. Tale documento, chiamato NIC, stima l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività.
Il rallentamento dell’inflazione registrato lo scorso mese è dovuto soprattutto all’abbassamento dei prezzi dei beni energetici regolamentati e non regolamentati, che sono passati rispettivamente da un +70.2% e un +63,3% a -12% e +59,3%. Anche gli alimenti non lavorati ed i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona sono calati lievemente, a differenza dei beni durevoli, non durevoli e dei servizi relativi all’abitazione, che hanno subito un aumento totale del 2,2%.
L’inflazione inoltre non è uguale in tutta Italia, i dati infatti riportano delle differenze evidenti tra:
- le Isole, in cui si registra un calo dal 13,9% all’11,7%
- Nord Ovest, dove l’inflazione è scesa da 11,4% al 10%
- Sud, che passa dall’11,7% al 9,9%
- Nord Est, dove i dati riportano un calo dall’11,5% al 9,7%
- Centro, in cui l’inflazione è scesa dall’11% al 9,6%
Cali dell’inflazione, le considerazioni di Coldiretti
Una categoria di prodotti che è aumentata per meno della metà dell’inflazione è rappresentata dall’ortofrutta, evento causato soprattutto dai grossi problemi che stanno avendo le aziende agricole, soprattutto per quanto riguarda la siccità, gli sbalzi termici e l’aumento dei costi di gestione delle serre e del trasporto.
Tali condizioni hanno abbassato notevolmente i compensi da mesi, anche perché con lo scorso aumento problematico dell’energia i costi produttivi sono aumentati su ogni fronte, a partire dal riscaldamento delle serre, dalla produzione delle vaschette e cassette di plastica per finire con il costo dei fertilizzanti, imballaggi e trasporto dei prodotti nei punti vendita.
Per Coldiretti, la Confederazione nazionale dei coltivatori diretti) risulta essere necessario un incontro tra imprese agricole e industriali al fine di creare nuovi accordi che possano risollevare la situazione degli agricoltori italiani, in modo da non incappare in pratiche sleali e speculazioni che danneggerebbero tutti, dai produttori ai consumatori.