Meta torna al centro delle polemiche, secondo la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate infatti il gruppo gestito da Mark Zuckerberg avrebbe evaso oltre 870 milioni di euro di IVA.
L’indagine è cominciata su richiesta della Procura Europea (EPPO), la quale si è rivolta alle Autorità italiane per verificare accuratamente la posizione fiscale del gruppo Meta, temendo per l’evasione di una grande somma di denaro ai danni dei cittadini.
Le fonti confermate da Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate hanno evidenziato una situazione d irregolarità che continuava dal 2015, anni in cui Meta, che gestisce WhatsApp, Facebook, ed Instagram, ha accumulato oltre 870 milioni di euro di IVA evasa solo in Italia.
Il portavoce di Meta Italia, una volta venuto a conoscenza della situazione drammatica che si è palesata di fronte all’azienda, ha dichiarato: “Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo. Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva.
“Come sempre – continua il portavoce – siamo disposti a collaborare pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale”. A questo punto l’azienda potrà scegliere tra due vie distinte, la prima riguarda l’apertura del contenzioso amministrativo, al fine di giungere ad un accordo per il pagamento di una multa meno salata, l’altra riguarda il pagamento completo che verrà stabilito a fine dell’istruttoria.
La maxi-multa assegnata alla multinazionale riguarda il mancato pagamento dell’IVA che dovrebbe essere corrisposto per ogni iscrizione ai social, infatti secondo gli inquirenti l’iscrizione prevede uno scambio di accesso dati equiparabile ad uno scambio di servizi.
Il gruppo Meta di Mark Zuckerberg, creatore di Facebook non è la prima volta che si ritrova al centro delle indagini delle autorità europee, l’ultimo episodio è stato infatti registrato ad inizio Gennaio, quando l’Irlanda ha multato il colosso per 390 milioni di euro a seguito della violazione delle normative europee relative alla protezione dei dati dei propri iscritti.
La commissione irlandese aveva stabilito nuove multe anche a Settembre ed a Novembre, rispettivamente di 405 milioni di euro e di 265 milioni di euro, sempre a causa del mancato rispetto della tutela dei dati degli utenti, anche quelli relativi agli iscritti minorenni, utenti che hanno decisamente bisogno di più tutele rispetto ai maggiorenni, soprattutto nel caso in cui i dati forniti vengano usati per scopi pubblicitari.