Con la scomparsa del celebre giornalista Maurizio Costanzo, all’età di 84 anni, molte personalità note hanno ripercorso la sua vita e la sua carriera, anche i lati più scomodi che il conduttore ha cercato di tener nascosti.
Enrico Mentana, nell’annunciare il decesso del collega non si è risparmiato di commentare alcune sue scelte ed i modi con cui ha affrontato la vita, partendo dalle reazioni all’attentato mafioso fino al famoso numero 1819, che Costanzo ha spesso tentato di dimenticare.
Il numero si lega ad uno scandalo datato 1981, all’epoca Maurizio Costanzo aveva 43 anni e probabilmente il numero 1819 ha rappresentato il punto più oscuro della carriera e della vita privata del giornalista. Nel raccontare i fatti Mentana ha commentato: “Incappò in una vicenda che ha segnato la storia del Paese e anche la sua storia professionale, interrotta per anni, dopo cui dovette letteralmente ricominciare da capo: la P2.”
Oggi il giudizio sulla Loggia di Gelli e i danni che fece all’Italia è sui libri di storia. – ha continuato il giornalista – Allora sembrava a molti con cui poi ho parlato una sorta di confraternita di protezione reciproca, e una cordata verso ruoli di rilievo.”
Mentana ha concluso: “Una massoneria insomma, senza riti e con fili allora invisibili. Fame di potere, illusione di successo, o altro. Con lui ne parlai a più riprese. La considerava alla stregua di un incidente di percorso, grave ma totalmente superato. E così era per tutti”.
Il numero 1819 che spesso si sente nominare legato alla figura di Costanzo è il codice della tessera per gli iscritti alla loggia massonica P2, di Licio Gelli, la famosa associazione per delinquere che ha causato uno dei più grandi scandali della storia italiana, soprattutto per le grandi personalità iscritte tra cui comparivano anche politici come Silvio Berlusconi, Vittorio Emanuele II, ma anche il cantante Claudio Villa, oltre a capi della polizia e dei servizi segreti italiani.
Alla scoperta della lista degli iscritti Costanzo ha dichiarato che quello è stato sicuramente l’errore più grande mai commesso nella sua vita, tanto da portarlo a dimettersi dal suo attuale lavoro come dirigente del quotidiano popolare “L’occhio”, giornale che poi è stato chiuso anche a causa dell’editore Angelo Rizzoli, protagonista di diverse vicissitudini giudiziarie.
Maurizio Costanzo, mentre era iscritto alla P2 ha anche dedicato il suo tempo per intervistare il creatore dell’associazione Licio Gelli, pubblicando l’articolo sul Corriere della Sera con il titolo “il fascino discreto del potere nascosto”. Anni dopo lo stesso giornalista riguardo lo scandalo P2 ha dichiarato “Un errore, un grosso errore, ma gli errori fanno bene e fanno crescere”.