Una nuova pericolosa influenza aviaria minaccia il mondo. Vediamo cosa dicono gli infettivologi al riguardo.
Recentemente, si è diffusa soprattutto tra gli uccelli selvatici, una preoccupante influenza aviaria. Il virus H5N1 sarebbe altamente contagioso, in grado di infettare con facilità anche uccelli da allevamento come polli e tacchini. Stando a quanto riporta la World Organization for animal, a causa di questa nuova pericolosa influenza, da ottobre 2021 sarebbero già deceduti 15 milioni di volatili in tutto il mondo. Ma a rendere la situazione ancor più grave, sono i 200 casi registrati in Spagna e nel Regno Unito, di mammiferi come volpi, lontre, visoni ed altri.
Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute, sarebbero una trentina i focolai in Italia, registrati in Lombardia, in Veneto ed in Emilia Romagna. A tal proposito si è espresso Massimo Puoti, medico chirurgo infettivologo e gastroenterologo e, dal 2010, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Niguarda di Milano che ha spiegato “La novità è il passaggio del virus a mammiferi che riescono a trasmettersi il virus tra di loro, quando solitamente rimaneva confinato all’esemplare contagiato. Questo però non significa che ci siano i presupposti perché passi, per esempio, dal visone all’uomo e poi da uomo a uomo. Per ora dobbiamo prestare attenzione ed eventualmente preparare piani di sorveglianza e prevenzione, ma non è necessario creare allarmismo”.
Insomma, allo stato attuale, non dovrebbero esserci particolari pericoli per l’uomo, ma i dati raccolti negli ultimi mesi segnalano, comunque, una situazione anomala secondo Puoti.
Come anticipato, al momento, non cdi sarebbero pericoli per l’uomo. Tuttavia, appare evidente che si tratta di una situazione da monitorare, soprattutto, considerando che i virus possono avere pericolosi mutamenti. In altre parole, l’influenza aviaria non va sottovalutata, ma vanno studiati “piani pandemici di sorveglianza”.
Secondo quanto si legge sul sito dell’Iss, infatti, “ci sono una serie di elementi che rendono H5N1 il candidato favorito per una prossima pandemia, è infatti molto aggressivo tra le popolazioni aviarie, si è diffuso ed è permanente nelle regioni asiatiche ma ha raggiunto anche la regione europea grazie alle migrazioni di stormi di uccelli”. La nota chiede ricordando come in tutte le precedenti pandemie influenzali, il virus sia stato sempre di origine aviaria.
Dunque, nessun allarmismo, ma l’allerta rimane alta. Ricordando che in data 22 settembre 2022, il Centro di referenza nazionale (CRN) ha confermato in Italia la prima positività nel pollame e successivamente in volatili selvaggi.