Carta non pignorabile, ecco quando si può ottenere un mezzo di pagamento elettronico non pignorabile, o quasi, in modo molto semplice.
Se si è in sofferenza bancaria, avere una carta di debito o di credito può sembrare impossibile, ma, al contrario, se si agisce in un certo modo, è decisamente fattibile.
Per fare ciò occorre richiedere un particolare prodotto, che seguendo alcuni consigli permetterà anche a chi è in sofferenza bancaria, di non subire il pignoramento delle somme versate. Vediamo perché.
Il cattivo pagatore è un soggetto che si è ritrovato in difficoltà economiche tali da non riuscire a saldare i propri debiti.
Questi debiti sorgono, in genere, a seguito di aperture del credito (c.d. “Fido bancario”) dalle quali risulta difficile rientrare, ma anche in seguito al mancato pagamento protratto delle rate di un prestito.
In ogni caso, prima di sfociare nella “Sofferenza bancaria”, viene previsto un periodo interlocutorio, nel quale al debitore viene concesso un periodo di tempo per rientrare nel proprio debito.
Questo periodo, che è detto di “incaglio” e va dai dieci ai 14 mesi, viene concesso al cliente della banca quando l’istituto si accorge di una sua difficoltà nell’adempimento.
Trascorso questo termine, il soggetto viene segnalato alla Centrale Rischi della banca d’Italia, e per lui sarà impossibile ottenere nuovo credito da altre banche.
Le banche, infatti, prima di concedere crediti a chiunque, controllano prima nel database della centrale rischi della banca d’Italia se il soggetto è un cattivo pagatore. Se la ricerca dovesse avere esito positivo, il credito non verrà concesso.
Qualora un soggetto sia segnalato alla centrale rischi della banca d’Italia come cattivo pagatore, dunque, l’unica opportunità che ha per avere una carta di pagamento è quella di procurarsi una carta prepagata.
Le carte prepagate usa e getta, quelle che venivano vendute in tabaccheria, sarebbero state il metodo più adatto per evitare il pignoramento della somma presente sulla carta.
Tuttavia, per effetto della normativa antiriciclaggio, le carte prepagate usa e getta, sono state quasi tutte ritirate dal mercato.
In ogni caso, il cattivo pagatore che è a rischio pignoramento, se non può accedere al credito tradizionale, può però acquistare una carta prepagata.
In genere, il minimo vitale di una pensione e di uno stipendio, non è pignorabile. Di conseguenza, qualora si detengano bassi importi sulla propria prepagata ricaricabile, difficilmente si andrebbe incontro al pignoramento.
Come si anticipava in apertura, dunque, avere una carta prepagata ricaricabile è l’unica via per farsi accreditare lo stipendio, o versare le proprie somme, anche se si è segnalati alla centrale rischi della banca d’Italia.
Una carta prepagata ricaricabile, infatti, è una carta nominativa che, alla sua apertura, richiede l’identificazione del titolare con documenti di identità e codice fiscale.
In genere possiede anche delle coordinate bancarie, come ad esempio la PostePay Evolution, e permette l’accredito dei bonifici e i pagamenti elettronici di qualsiasi genere e tipo.
Per questi motivi, avere una carta prepagata ricaricabile è molto vantaggioso, e permette a chi è segnalato alla banca d’Italia come cattivo pagatore di avere uno strumento del tutto simile a una carta di debito o di credito, col vantaggio di spendere quello che vi ricarica.