Il 2023 è cominciato con un grande argomento posto all’attenzione di tutti gli automobilisti: l’aumento delle multe e l’aggravamento delle sanzioni e dei provvedimenti presenti nel Codice della Strada.
Il CdS, che risultava invariato da circa 30 anni, è stato aggiornato e reso più coerente con i bisogni attuali di sicurezza in quanto gli standard si sono alzati anche grazie all’avanzamento tecnologico avvenuto negli ultimi decenni.
Una delle tante voci presenti nel Codice della Strada che è stato recentemente modificato riguarda l’obbligo di indossare le cinture di sicurezza mentre si è in marcia, uno strumento reso necessario sin dal 1989, anno nel quale è stato reso obbligatorio almeno per le persone sedute ai posti anteriori dell’auto. Tale norma è stata poi modificata pochi anni dopo estendendola anche ai sedili posteriori.
La cintura di sicurezza è certamente una delle precauzioni più grandi da prendere quando si guida e soprattutto nei momenti in cui si trasportano altri passeggeri, in special modo se si tratta di bambini per i quali esistono delle regole ben precise e che si differenziano in base alla sua età ed alla sua altezza.
Secondo le stime fornite dall’ACI (Automobile Club d’Italia) l’uso corretto della cintura di sicurezza, associata all’airbag, può arrivare a prevenire del 50% le probabilità di morte durante un incidente. Nonostante la cintura possa causare danni al corpo a causa degli strattoni improvvisi, soprattutto al torace, a conti fatti i vantaggi risultano essere ben superiori alle lesioni.
Nel caso in cui si circoli senza indossare correttamente la cintura di sicurezza sia i passeggeri che il conducente rischiano provvedimenti seri, che vanno da una multa tra gli 83 euro ed i 332 euro, fino ad una pena accessoria applicata in caso di recidiva che consiste nella sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.
In caso di mancato uso di cintura o di dispositivi di sicurezza da parte di un minore, il conducente o la persona responsabile del bambino risponderà civilmente e penalmente per l’infrazione. Il CdS tuttavia specifica anche la presenza di un’altra dinamica, ovvero la produzione e commercializzazione di dispositivi che possono compromettere l’efficacia delle cinture.
Nello specifico i commi 11 e 12 dell’articolo 172 del CdS recita: “Chiunque, pur facendo uso dei dispositivi di ritenuta, ne altera od ostacola il normale funzionamento degli stessi è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 167. Chiunque importa o produce per la commercializzazione sul territorio nazionale e chi commercializza dispositivi di ritenuta di tipo non omologato è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 866 a euro 3.464”.