Danni da vaccino, lo stato riconosce il risarcimento: come fare per ottenerlo
In Friuli è stato riconosciuto il primo rimborso da danni causati dal vaccino Astrazeneca, che in Italia è stato ritirato da tempo per via dei suoi severi effetti collaterali.
È il caso di una donna di 67 anni, che in seguito alla prima dose di vaccino inoculata nell’Aprile 2021 è rimasta in parte paralizzata.
Adesso lo stato le ha riconosciuto un indennizzo mensile, e si è creato un precedente importante per tutti i casi simili: vediamo tutti i dettagli.
Danni da vaccino: lo stato riconosce l’indennizzo
La signora del Friuli, a 65 anni ha ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria. Era l’aprile del 2021, e il vaccino di Astrazeneca le aveva dato effetti collaterali talmente forti da renderla invalida.
Nel particolare, la donna ha riportato gravi danni cerebrali, rimanendo paralizzata nella parte sinistra del corpo. Tutto questo è successo poco tempo dopo l’iniezione del vaccino.
Avendo subito tali problematiche, la famiglia della donna ha deciso di chiedere assistenza a un’associazione per i diritti dei malati di Udine.
In seguito, è stato avviato il procedimento per riconoscere un rimborso alla donna, ma i danni sono incalcolabili.
L’iter per il riconoscimento dei danni
L’avvocato della donna ha subito richiesto una perizia in cui si certificavano i seri problemi di salute, sorti subito dopo dell’iniezione di Vaxzevria.
La documentazione è stata poi presentata alla commissione medica di Padova, che si è espressa in maniera favorevole in merito al risarcimento.
In particolare, la commissione ha individuato un nesso di causalità tra l’iniezione di Astrazeneca e l’invalidità sopravvenuta della donna, alla quale consegue il riconoscimento di un indennizzo mensile di quasi mille euro.
Il rimborso economico per danni da vaccino
La commissione di Padova ha accordato un risarcimento mensile di 913 euro, creando un precedente laddove ancora non ce ne sono.
Nonostante il risarcimento sia stato accordato, però, l’avvocato non si dice soddisfatto. Secondo il legale, alla sua assistita avrebbero dovuto riconoscere un indennizzo molto più elevato, dal momento che la sua famiglia aveva già sostenuto molte spese per assisterla.
Si pensi, infatti, al drastico cambiamento che, negli ultimi due anni la famiglia della donna ha dovuto subire. Il marito la assiste continuamente dal maggio del 2021, e la sua casa è stata ristrutturata per permetterle di vivere in una condizione migliore.
Tutto questo è stato fatto a spese della famiglia, e lo stato ha riconosciuto soltanto adesso un rimborso mensile pari a quello di una pensione media.
Purtroppo, la donna non potrà più avere la libertà di prima, e si appresta a vivere una vecchiaia difficile per delle cause del tutto estranee al suo volere.