Assegno Unico, boom di tagli: a rischio 7 milioni di percettori
C’è un adempimento che i titolari di Assegno unico Universale devono espletare per non rischiare la sospensione del sussidio. Facciamo il punto della situazione.
L’Assegno Unico Universale è il sostegno economico riconosciuto a tutte le famiglie con figli a carico, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del ventunesimo anno di età. L’importo viene erogato mensilmente dall’INPS e varia in base al valore ISEE, registrato da ogni singolo nucleo familiare. Dunque, il sussidio riconosciuto per i figli a carico è strettamente collegato al rinnovo del calcolo ISEE, in particolare, per i nuclei familiari che beneficiano di una somma superiore alla quota minima di 50 euro.
Infatti, i titolari di Assegno Unico Universale che non provvederanno al rinnovo del modello dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, rischiano la riduzione dell’importo percepito. In altre parole, verrebbe riconosciuto un importo inferiore rispetto a quello realmente spettante.
Nello specifico, a rischiare questo tipo di provvedimento sono almeno 7 milioni di percettori, qualora, questi non dovessero richiedere la certificazione Isee 2023 entro e non oltre il prossimo 28 febbraio.
Assegno Unico: chi rischia il taglio del sussidio
Come abbiamo anticipato, l’erogazione dell’Assegno Unico Universale è strettamente collegata al ricalcolo del valore Isee. Qualora, questo non dovesse avvenire nei tempi e le modalità previste dal legislatore, molti titolari si vedranno riconosciuti importi, anche di molto ridotti, rispetto a quelli realmente spettanti. Il termine ultimo per evitare di incappare in inutili rischi è il 28 febbraio 2023.
A rischiare, in particolar modo, i beneficiari con Isee inferiore a 15 mila euro. In questo caso, infatti, è prevista l’erogazione di 175 euro al mese per ogni figlio a carico, al netto di eventuali maggiorazioni previste. Tuttavia, in mancanza della nuova certificazione Isee l’assegno riconosciuto avrebbe un importo di 50 euro. Questo significa, che si andrebbe a percepire 125 euro al mese per ogni figlio a carico. Un ultima possibilità per evitare l’irreparabile, è comunicare il proprio valore Isee entro il 30 giugno. Infatti, stando al regolamento, in questo caso si potrebbero ottenere gli importi arretrati a partire dal mese di marzo, chiaramente ricalcolati sulla base dei parametri Isee. Va specificato, che oltre tale data, decadrà il diritto a ricevere le somme non corrisposte.
Ricordiamo, infine, che attraverso l’approvazione della Legge di Bilancio 2023, la nuova squadra di Governo ha previsto degli aumenti per le famiglie numerose. Nello specifico, è stata rialzata del 50% la maggiorazione per i nuclei familiari con 4 o più figli, passando da 100 a 150 euro. Così anche per i nuclei con almeno tre figli di età compresa tra i 1 ed i 3 anni con Isee inferiore a 40 mila euro.