Sbaglio sull’ISEE: cosa succede se non si dichiara o si dichiarano falsità

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Se c’è uno sbaglio sull’ISEE, le conseguenze per il contribuente possono essere molto severe, e potrebbero comportare persino l’arresto.

Quando si omette di dichiarare qualche elemento del proprio patrimonio, oppure quando si sbaglia a dichiarare le proprie sostanze, la legge prevede delle sanzioni che superano di gran lunga i benefici ottenuti.

Per questi motivi, il contribuente farebbe meglio a intervenire appena l’INPS si accorge che c’è un errore sulla dichiarazione, o meglio ancora, prima che l’istituto se ne accorga.

Vediamo cosa succede a chi dichiara il falso in sede di compilazione della DSU, e come fare per riparare il danno, una volta che ci si accorge di non aver dichiarato alcuni patrimoni o di averlo fatto in maniera erronea.

Sbaglio ISEE: ecco cosa succede

Se si compila una DSU contenente delle informazioni false, ovvero incomplete, si può andare incontro a due situazioni:

  • Sanzione amministrativa che va da un minimo di 5.164 euro a un massimo di 25.822 euro. In questo caso, la sanzione non potrà essere superiore al triplo delle agevolazioni ottenute tramite la dichiarazione mendace o incompleta;
  • Reclusione da 6 mesi a 3 anni: questo avviene quando si percepiscono agevolazioni tramite ISEE sbagliato, superiori a 3.999,96 euro.

Prima che ciò avvenga, l’INPS invierà una richiesta di rettifica al contribuente. Le sanzioni appena citate, saranno applicate soltanto se il dichiarante non si adeguerà.

Correzione ISEE: come fare

Quando ci si accorge che c’è un errore nel proprio ISEE, le strade da seguire sono due:

  • Compilazione Modulo integrativo FC3: questo modello permette di inserire i dati che mancano nella DSU originaria;
  • Compilare nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica: in questo caso, bisogna inserire tutti i dati completi.

Quando l’ISEE è sbagliato per colpa del CAF, occorre che il contribuente se ne accerti.

Se è stato dichiarato tutto, e l’omissione è colpa del Centro di Assistenza fiscale, il dichiarante può inoltrare richiesta di correggere gli errori attraverso diffida.

In questo caso, bisogna operare tramite raccomandata a/r o Posta Elettronica Certificata, nella quale si richieda di correggere gli errori o integrare documenti comunque presentati.

In aggiunta a ciò, il dichiarante potrebbe chiedere il risarcimento danni in giudizio.

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Avendo dunque riguardo a tutte queste cose, si ricorda che già in fase di compilazione occorre prestare grande attenzione all’inserimento dei valori giusti.

Se non si dovesse compilare a dovere la DSU, infatti, i benefici che si otterrebbero sarebbero di gran lunga minori rispetto alle sanzioni alle quali si potrebbe andare incontro.