Se c’è uno sbaglio sull’ISEE, le conseguenze per il contribuente possono essere molto severe, e potrebbero comportare persino l’arresto.
Quando si omette di dichiarare qualche elemento del proprio patrimonio, oppure quando si sbaglia a dichiarare le proprie sostanze, la legge prevede delle sanzioni che superano di gran lunga i benefici ottenuti.
Per questi motivi, il contribuente farebbe meglio a intervenire appena l’INPS si accorge che c’è un errore sulla dichiarazione, o meglio ancora, prima che l’istituto se ne accorga.
Vediamo cosa succede a chi dichiara il falso in sede di compilazione della DSU, e come fare per riparare il danno, una volta che ci si accorge di non aver dichiarato alcuni patrimoni o di averlo fatto in maniera erronea.
Se si compila una DSU contenente delle informazioni false, ovvero incomplete, si può andare incontro a due situazioni:
Prima che ciò avvenga, l’INPS invierà una richiesta di rettifica al contribuente. Le sanzioni appena citate, saranno applicate soltanto se il dichiarante non si adeguerà.
Quando ci si accorge che c’è un errore nel proprio ISEE, le strade da seguire sono due:
Quando l’ISEE è sbagliato per colpa del CAF, occorre che il contribuente se ne accerti.
Se è stato dichiarato tutto, e l’omissione è colpa del Centro di Assistenza fiscale, il dichiarante può inoltrare richiesta di correggere gli errori attraverso diffida.
In questo caso, bisogna operare tramite raccomandata a/r o Posta Elettronica Certificata, nella quale si richieda di correggere gli errori o integrare documenti comunque presentati.
In aggiunta a ciò, il dichiarante potrebbe chiedere il risarcimento danni in giudizio.
Avendo dunque riguardo a tutte queste cose, si ricorda che già in fase di compilazione occorre prestare grande attenzione all’inserimento dei valori giusti.
Se non si dovesse compilare a dovere la DSU, infatti, i benefici che si otterrebbero sarebbero di gran lunga minori rispetto alle sanzioni alle quali si potrebbe andare incontro.