Il 2022 è stato un anno devastante sotto molti punti di vista, i costi della spesa alimentare ad esempio hanno portato molte persone a dover fare rinunce su rinunce pur di non oltrepassare il proprio budget.
La causa principale che ha scatenato l’aumento dei prezzi è stata l’inflazione che nel 2022 ha raggiunto livelli da record, causando molti danni alle tasche delle famiglie con redditi bassi e medio bassi, che si sono trovati a dover fare i salti mortali per far quadrare il bilancio familiare.
Secondo le associazioni dei consumatori ogni nucleo familiare ha speso durante l’anno un surplus di 500 euro rispetto al 2021, una dato spaventoso considerando che la situazione non sembri migliorare, tanto che l’Unione nazionale consumatori si è attivata per richiedere una soluzione al governo Meloni.
Oltre alla spesa, un allarme viene lanciato anche da Coldiretti e Confesercenti riguardo l’erosione dei conti correnti, infatti l’inflazione ha praticamente fatto svanire ai risparmiatori ben 41,5 miliardi di euro che sarebbero dovuti rimanere al sicuro nei conti bancari e postali.
Le manovre incluse nella Legge di Bilancio non sembrerebbero quindi sufficienti per calmierare i prezzi dei prodotti di largo consumo, nonostante il Governo abbia provveduto al taglio del cuneo fiscale, che si traduce in stipendi leggermente più alti per i lavoratori, ed alla creazione di bonus che scontano le spese alimentari delle famiglie più fragili a livello economico.
L’Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio in cui ha raccolto tutte le variazioni di prezzo che hanno subito le principali categorie alimentari, evidenziando una situazione drammatica sotto ogni punto di vista e che non può essere sottovalutata ulteriormente.
Secondo i dati forniti nello studio la spesa alimentare è costata in totale ben 13 miliardi di euro, spesi soprattutto per i prodotti che si trovano alla base della cucina italiana come pasta, farinacei, frutta e verdura, latticini e uova. La lista dei prezzi più alti del 2022 comprende:
Le richieste delle associazioni dei consumatori al Governo riguardano soprattutto un azzeramento momentaneo dell’IVA per i beni di prima necessità, seguendo ciò che era stato proposto da Renato Brunetta e da Daniele Franco in passato, tuttavia a causa delle misure intraprese per contrastare il caro bollette e per sostenere le famiglie non risultano esserci attualmente i fondi necessari per una spesa di tale portata, stimata addirittura intorno ai 4 miliardi.