Non toccare il contacalorie del termosifone, potresti finire in prigione!
Il caro bollette ha portato tante famiglie all’esasperazione e mentre c’è chi cerca di risparmiare seguendo trucchi totalmente a norma di legge, c’è anche chi decide di staccare il contacalorie.
Questo strumenti, essenziale per il calcolo dei consumi del riscaldamento nei condomini con riscaldamento centralizzato, modificarne il funzionamento in cerca di una spesa minore può portare a conseguenze anche molto severe.
Durante l’ultimo anno e bollette degli italiani sono cresciute a livelli spropositati, il gas ad esempio, il cui prezzo continua a salire tutt’oggi, ha raggiunto il triplo dei costi rispetto al 2021. Ciò ha creato notevoli disagi alle famiglie, soprattutto a quelle che vivono con redditi bassi e medio bassi, i quali devono affrontare l’aumento non solo delle utenze ma anche del carburante, dei beni di prima necessità e degli alimenti.
Per risparmiare sulla bolletta del riscaldamento in moli hanno cercato vie alternative, come le stufe o i camini, tuttavia chi non può installare questi dispositivi si è dovuto adeguare e cercare risparmio altrove. Non ogni persona tuttavia si è arresa a quest’idea, tanto che ha preferito manomettere il contabilizzatore di calore, il dispositivo applicato sui termosifoni.
Questo piccolo oggetto ha il compito di registrare i consumi del riscaldamento, inviando i dati della famiglia direttamente alla centralina, permettendo alle società erogatrici di calcolare l’ammontare della bolletta da inviare. La manomissione di questo dispositivo tuttavia risulta essere illegale, ecco cosa si rischia.
Cosa comporta staccare il contacalorie del termosifone
Poiché il contabilizzatore serve per ripartire in maniera adeguata le spese condominiali, in caso di malfunzionamenti l’amministratore potrebbe decidere di addebitare i costi del riscaldamento dell’anno precedente. L’avvocato Marcello Bana, intervistato da Il Messaggero ha spiegato cosa si può rischiare in caso di manomissione.
Secondo il legale: “Si potrebbe ipotizzare a suo carico, quantomeno sotto il profilo del tentativo, il reato di furto previsto dell’art.624 del codice penale, che sanziona con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e la multa da € 164 a € 516 chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto”.
Inoltre, se vi è la completa rottura del contatore: “potrebbe essere contestata la circostanza aggravante di cui al secondo comma dell’art. 625 codice penale, che comporta un aumento di pena da 2 a 6 anni e la multa da € 927 a € 1.500”. In più, avendo creato danni all’intero condominio, in assemblea l’amministratore può decidere di sporgere una denuncia nei confronti del condomino colpevole dato che i reati sono pienamente perseguibili.