Il Salvagente ha effettuato nuove analisi su 20 marchi di pasta venduti nei supermercati e i risultati hanno svelato grandi sorprese, non tutte positive dato che sono state trovate delle molecole contaminanti.
Le ricerche, effettuate periodicamente dalla rivista, si sono rivelate nel tempo molto utili nell’individuazione di alimenti contaminati da muffe, pesticidi e tossine. Tra le tante qualità di pasta disponibili sul mercato, le analisi si sono concentrate sugli spaghetti.
Il formato di pasta più amato dagli italiani sembra non essere così sano come lo si descrive, infatti benché i cereali e derivati siano alla base della dieta mediterranea, la qualità degli ingredienti con cui vengono prodotti gli iconici pacchi di pasta presenti sugli scaffali potrebbe cambiare le abitudini alimentari delle famiglie.
La rivista “Il Salvagente” è il leader dei Test di laboratorio contro le truffe ai consumatori ed è l’unico mensile trovabile in edicola che affronta i temi che puntano al cuore dei consumatori. Da anni gli esperti si adoperano per rendere i consumatori sempre più consapevoli delle scelte da effettuare quando si trovano nei supermercati ed hanno l’obiettivo di far crescere anche le aziende così da mettere in commercio prodotti sempre migliori.
In questo caso le analisi si sono concentrate su 20 marchi diversi di spaghetti, ricercando la presenza di glifosato e pesticidi, micotossine e molecole non naturali, inoltre gli scienziati hanno anche indagato sull’origine del grano e la corrispondenza dei tempi di cottura con quanto descritto dalla confezione.
Dai risultati delle analisi dei 20 marchi di spaghetti non sono stati rinvenuti né glifosato né pesticidi, tuttavia è confermata la presenza di piperonil butossido in basse quantità. Il piperonil butossido è un sinergizzante usato insieme agli insetticidi e per il quale attualmente non esiste alcun limite imposto dalla legge.
Questo che è stato trovato in alcuni campioni di pasta è la furosina, un composto presente nella reazione di Maillard. La molecola non è ancora stata ampiamente esaminata dalla comunità scientifica e non deve sottostare ad alcun limite di legge. Le aziende cercano di limitare la furosina al di sotto dei 200mg su 100g, tuttavia due marchi di pasta hanno rivelato valori leggermente più alti, 254mg/100g e 235mg/100g.
Nonostante tutti i campioni abbiano superato le analisi, con una presenza delle sostanze ben al di sotto dei limiti imposti per legge, si può affermare che le marche peggiori risultino essere: