I bonifici sono ormai uno strumento comune utilizzabile da chiunque e rientrano completamente nella normale routine dei cittadini che inviano o ricevono pagamenti tramite il proprio conto.
Benché lo strumento sia di semplice utilizzo, in molti si dimenticano del fatto che i conti correnti bancari e postali sono sempre sotto l’occhio vigile del Fisco, il quale cerca incessantemente evasori fiscali, senza preoccuparsi di colpire anche i cittadini onesti.
Questo caso, che ha fatto scalpore negli anni, ha messo in luce l’elevata importanza ricoperta dai bonifici, soprattutto dalle causali inserite durante la compilazione di essi in quanto anche per un piccolo errore si può arrivare a pagare sanzioni spropositate anche se non si è commesso alcun crimine ma solo l’errore di essere ingenuamente fiduciosi nei professionisti implicati nella compravendita di un immobile.
Le date dell’evento risalgono al 2008 ed al 2012 ma le tematiche affrontate rimangono ancora attuali e vengono spesso usate da monito per il futuro di molti cittadini. I protagonisti della storia sono due fratelli, uno dei quali decide di vendere all’altro un immobile a 150mila euro con l’aiuto di un notaio nel 2008 e lo stesso immobile è stato poi rivenduto a terzi nel 2012 al costo di 270mila euro.
Le procedure ed i pagamenti, effettuati tutti a norma di legge tanto che viene anche avvertita l’Agenzia delle Entrate con un accordo tra l’Agenzia ed il notaio che si è occupato delle procedure e che è venuto a costare ben 3mila euro, in cui veniva anche spiegato che il primo importo totale della casa sarebbe stato raggiunto tramite altri due bonifici da parte del fratello.
Nonostante tutta la procedura del pagamento sia stata fatta regolarmente l’Agenzia delle Entrate ha riscontrato un’anomalia che ha fatto ricadere sul contribuente una sanzione da 58mila euro in quanto il notaio avrebbe dovuto rendersi conto che non erano ancora scattati 5 anni dall’acquisto dell’immobile ma solo 4 anni e mezzo, un vero e proprio esempio di inflessibilità da parte del Fisco che ha deciso di punire la fiducia che il cittadino onesto aveva nei confronti del notaio.
L’Agenzia ha dichiarato che: “il riferimento preciso alla compravendita nella causale dei bonifici fosse elemento indispensabile per dimostrare il maggior valore dell’acquisto”, nonostante fosse stata l’Agenzia stessa a consigliare ai fratelli di presentare un atto di rettifica in cui si attesta il pagamento dei bonifici e la loro causale.
Al fine di evitare casi simili è sempre bene ricordare che nel caso in cui si abbia bisogno di effettuare dei bonifici di alto valore, anche all’interno della famiglia, è sempre bene chiedere l’aiuto di un esperto come ad esempio una banca o un commercialista legale, così da non incorrere in evitabili e costose multe.