Il figlio sopravvissuto può continuare a percepire la pensione di reversibilità del genitore scomparso se compie un’attività lavorativa? La risposta è affermativa, ma soltanto ad alcune condizioni.
Chi percepisce il trattamento pensionistico dedicato ai superstiti può lavorare soltanto secondo un particolare criterio. Tale criterio è individuato in una soglia di reddito, che il figlio attraverso la propria attività lavorativa. Esso non deve essere superiore a una certa soglia.
Diamo quindi una panoramica dei modi per continuare a percepire la pensione di invalidità, anche continuando a lavorare.
Nella maggior parte dei casi, se un figlio percepisce la pensione di reversibilità, non deve prestare alcuna attività lavorativa.
L’unico caso in cui il figlio può continuare a percepire la pensione di reversibilità è quello in cui egli presta delle attività lavorative occasionali, dunque in maniera precaria e saltuaria.
Percepire la pensione di reversibilità, inoltre, può essere permesso soltanto a chi ricava poco guadagno dalla propria attività precaria.
In tal senso devono essere intese le interpretazioni date dalla Corte Costituzionale, che ha dichiarato legittima la percezione della pensione di reversibilità constatando che il figlio sopravvissuto percepisce dei magri ricavi dal proprio guadagno.
Ma vediamo quanto deve percepire il figlio dal frutto del proprio lavoro per continuare a ottenere la pensione di reversibilità.
Qual è il massimo che è possibile guadagnare per mantenere la pensione di reversibilità
Secondo la Corte, l’entità modesta del reddito percepito in costanza di percezione dell’assegno di pensione, deve essere al massimo del 30% più alto rispetto al trattamento minimo pensionistico.
Per l’anno in cui si scrive, cioè il 2022, il trattamento minimo pensionistico è pari a 525 euro, quindi per un anno di pensione non si può percepire un reddito maggiore a 6.825 maggiorati del 30%, e quindi 8.872 euro.
Come descritto nei paragrafi che precedono, si può mantenere la pensione di reversibilità soltanto qualora l’attività lavorativa prestata in contemporanea alla percezione dell’assegno non superi il 30% del reddito pensionistico annuo, derivante dal trattamento minimo pensionistico INPS.
Di conseguenza, qualora un soggetto figlio, che percepisce la pensione di invalidità, volesse continuare a svolgere anche una modesta attività lavorativa, i proventi di questa non dovrebbero oltrepassare gli 8.872 euro annui.
Si ricorda che il trattamento minimo pensionistico viene aggiornato nel tempo, e che le disposizioni qui individuate sono valide per l’anno 2022.
In ogni caso, negli anni successivi, il medesimo parametro del 30% può essere utilizzato nuovamente per rideterminare l’importo massimo di reddito da poter percepire per mantenere la pensione di reversibilità.