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Pensioni minime e limiti pagamenti pos: l’Europa decide

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È solo questione di giorni e la prima manovra finanziaria del Governo Meloni sarà approvata. Nel frattempo la squadra dell’esecutivo continua a lavorare sugli ultimi ritocchi.

Manca davvero poco all’approvazione della manovra finanziaria 2023, la prima del nuovo Governo del Presidente Giorgia Meloni. Tra un paio di settimane approderà al Senato, ma la squadra di Governo continua con gli ultimi ritocchi. A tenere banco questa volta, la questione aumenti delle pensioni minime e l’abbassamento della soglia minima per i pagamenti pos. A questo punto, tutto dipende dal responso da parte di Bruxelles. Qualora dovesse tardare, potrebbero esserci gli ennesimi ritocchini, altrimenti tutto resterà invariato.

Dunque, come abbiamo anticipato, tra gli obiettivi del nuovo governo c’è l’aumento delle pensioni minime. A spingere il piede sull’acceleratore, soprattutto, gli alleati di Forza Italia che chiedono a gran voce di far salire gli importi degli assegni minimi a 600 euro. Un obiettivo ancora lontano dagli ambiziosi mille euro, ma pur sempre un passo in avanti.

Detto questo, ricordiamo che, attualmente, la nuova manovra prevede già un ritocco al rialzo degli assegni pensionistici. Infatti, con lo scopo di sostenere economicamente gli ex lavoratori pensionati più anziani e meno benestanti, a partire dal nuovo anno è previsto l’aumento degli importi delle pensioni minime. I titolari di pensione minima, riceveranno un assegno pari a 570 euro, anziché gli attuali 523 euro al mese. In altre parole, un aumento di 47 euro mensili.

Pensioni minime a 600 euro e soglia minima POS dimezzata: gli ultimi ritocchi alla manovra 2023

Per quanto riguarda il discorso pensioni minime, stando alle ultime notizie, pare che il Governo potrebbe accogliere, in zona cesarini ed almeno in parte, la richiesta degli alleati di Forza Italia ed aumentare di ulteriori 47 euro gli importi degli assegni minimi. Questo, in particolare per chi supera i settant’anni di età ed ha un ISEE più basso.

pagamenti pos
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Del resto, considerata l’insufficienza di fondi a disposizione per aumentare tutte le pensioni (si stimano circa 500 milioni stanziati a fronte degli 800 che servirebbero), al momento, questo potrebbe essere l’unico compromesso possibile.

Per quanto riguarda, invece, la soglia minima per i pagamenti pos, l’ipotesi più accreditata è che possa essere dimezzata. Scendendo dagli attuali 60 euro a 30 euro, proprio come era stato messo nero su bianco nella prima bozza della Legge di Bilancio. Nonostante le promesse del Governo e le recenti polemiche sollevate dai commercianti, il futuro della soglia minimo sembra destinato ad abbassarsi. Soprattutto, per lanciare un segnale distensivo verso Bruxelles che aveva lasciato ampiamente intendere di non condividere la scelta della soglia minima obbligatoria a 60 euro.