Con la vittoria della coalizione del centrodestra alle elezioni di ormai due mesi fa, la famiglia è al centro di quasi ogni misura che entrerà in vigore a partire dal 2023. Con tutti i cambiamenti previsti in molti si chiedono se sia più conveniente convivere o sposarsi.
Pagare meno tasse è un po’ il sogno di tutti, soprattutto in un periodo così delicato in cui moltissime persone hanno difficoltà persino a raggiungere la fine del mese con qualche risparmio presente sul conto corrente. Domandarsi quali vantaggi spettano alle coppie conviventi ed a quelle sposate quindi è più che lecito.
Tra Quoziente Familiare, Assegno Unico e Universale e Bonus Matrimoni pare evidente che il Governo abbia a cuore una certa categoria di italiani e che sia in cerca di modi, alcuni anche abbastanza particolari, per creare nuclei familiari numerosi e legalmente riconosciuti, comprendendo incentivi per i figli e, appunto, per il matrimonio.
Le differenze tra coppie sposate e conviventi è sempre esistita dato che, di norma, le coppie sposate godono legalmente di diritti e doveri ben delineati da tempo, mentre “le nuove famiglie” sono state riconosciute sono di recente e tutt’ora rimangono in molte zone grigie della burocrazia e della fiscalità italiana.
Le leggi 2022-2023 consentono alle coppie non sposate di usufruire di alcune detrazioni fiscali direttamente nella dichiarazione dei redditi e possono anche comprendere spese relative ai lavori di ristrutturazione, di acquisto mobili. In più, per i conviventi è anche garantito l’accesso ad alcuni particolari bonus.
Le coppie che non hanno convolato a nozze hanno a disposizione diverse soluzioni che faranno risparmiare in tasse annuali e che permetteranno di godere dei vantaggi di alcuni bonus, tra cui:
Per rientrare nei requisiti sarà sufficiente presentare nella richiesta tutta la documentazione necessaria, ovvero scontrini, fatture e così via.
Le coppie conviventi avranno inoltre diritto alla ricezione dell’Assegno Unico e Universale, dedicato alle famiglie con figli di età inferiore ai 21 anni o disabili, che potrà essere erogata sul conto di uno dei due genitori o ad entrambi. In più potranno godere, così come le coppie sposate, delle detrazioni sulle spese sostenute per l’iscrizione di attività sportive dei figli.
Ad oggi però, per le coppie conviventi e non sposate, non è ancora possibile usufruire delle detrazioni riguardanti le spese sanitarie sostenute per il partner in quanto i nuclei familiari non vengono equiparati a livello legale né fiscale.