Chi era Roberto Maroni, inguaribile ottimista: la malattia
Muore a 67 anni Roberto Maroni, ex ministro dell’interno e segretario della Lega Nord.
Fu governatore in Lombardia, e a darne la notizia sono i familiari. Ci lascia alle 4 di mattina del 22 novembre.
Ciao Bobo, inguaribile Ottimista
Lo saluta così chi l’ha conosciuto, positivo nei confronti del grave male che aveva da lungo tempo nonostante la sofferenza. Ma vediamo chi era Roberto Maroni, scomparso stamattina all’età di 67 anni.
La carriera politica
Roberto Maroni inizia la sua attività politica nel 1982, e milita fin dal principio con la Lega Lombarda.
Nel 1982 fa parte del consiglio nazionale della Lega Lombarda, e sempre con Umberto Bossi partecipa alla fondazione della lega Nord nel 1989.
Ricopre diversi ruoli in politica, e nel 1994 diventa ministro dell’interno nel primo governo Berlusconi.
Nel secondo governo Berlusconi diventa ministro del lavoro e delle politiche sociali, e nel 2008 diventa nuovamente ministro dell’interno.
Il primo decreto sicurezza, provvedimento ampiamente dibattuto su più fronti, è stato emanato proprio durante il suo ministero del 2008.
Ricopre poi la carica di presidente della Lombardia dal 2013 al 2018, prendendo il posto del presidente Formigoni.
Gli studi e le passioni
Studia al liceo classico Cairoli di Varese e in seguito diventa conduttore in “Radio Varese”. Successivamente consegue una laurea in giurisprudenza a Milano e sostiene l’esame di stato di avvocato a L’Aquila.
È stato molto attivo anche sul lato del giornalismo, collaborando col quotidiano “Il foglio” e anche con l’Huffington post.
Tra le sue passioni principali c’erano la barca a vela, e una volta ritiratosi a vita privata ha deciso di dedicarsi maggiormente a questa passione, compiendo persino una traversata atlantica nel 2018.
Faceva parte di un gruppo musicale e suonare l’organo Hammond era un’altra delle sue grandi passioni. Fa parte del gruppo “Distretto 51”, e si esibisce in pubblico svariate volte.
La malattia e il ritiro
Pensa di candidarsi a sindaco di Varese nel 2021, salvo poi ritirare la candidatura per gravi problemi di salute.
Tuttavia, la malattia non gli impedisce di ricoprire il ruolo di presidente della consulta per la prevenzione e il contrasto del caporalato e dello sfruttamento lavorativo agricolo, un organo che fa capo al ministero dell’interno, almeno fino a quando le sue condizioni peggiorano.
Mentre collabora ancora con Il Foglio, nel maggio 2021, dichiara di avere un tumore al cervello.
La dichiarazione fu successiva a una caduta accidentale in casa avvenuta nel gennaio 2021, e in seguito a una visita di controllo, i medici decisero di operare.
Insieme a Carlo Brambilla scrive un libro a quattro mani dal titolo “Il Viminale esploderà”, edito da Mursia editore. Lascia la moglie, Emilia Vacchi, e tre figli, Fabrizio, Filippo e Chelo.