Nelle città italiane, il prezzo delle bollette di gas e luce è cresciuto in media del 135%. Se questo è il dato centrale, i singoli valori registrati vanno da un minimo del 90% a un massimo del 160%.
L’associazione nazionale dei consumatori ha stilato una classifica che riporta gli aumenti delle città italiane, dalle più care alle meno care.
Come si anticipava in apertura, ad ottobre il prezzo dell’energia è cresciuto del 135%.
In media, ogni famiglia paga 1.820 euro annui in più per il costo dell’energia.
In tutto, le città che sono state prese come punto di riferimento sono 80, e tra queste alcune hanno registrato aumenti oltre il 160%.
Secondo l’associazione nazionale consumatori, tra le cause degli aumenti si annovera l’aumento dell’inflazione, che è cresciuta dell’11,8% ma non ha avuto gli stessi effetti ovunque.
Secondo gli esperti, i prezzi salgono più rapidamente nelle zone cittadine, e meno in periferia. Specularmente, il rialzo dei prezzi si avverte in maniera maggiore al nord rispetto al sud Italia.
l’Associazione Nazionale dei Consumatori ha redatto due classifiche separate per distinguere le città in cui i prezzi sono cresciuti meno da quelle in cui i prezzi sono aumentati più della media nazionale al 135%.
Iniziamo analizzando le dieci città meno care d’Italia rispetto al costo del gas e dell’elettricità.
Al decimo posto abbiamo Cosenza, che registra un aumento del 118,9%. Poi abbiamo Avellino, in cui il rincaro è arrivato al 116,8%, Gorizia con un aumento del 116,4% e Reggio Calabria sul +115,8%. Nel capoluogo Calabrese Catanzaro si è registrato un aumento del 115,6%, e a Caserta abbiamo avuto un +110,2%. Al quarto posto spicca Benevento, che ha registrato il +109,4%.
Il podio vede Napoli al terzo posto, Aosta medaglia d’argento e infine Potenza.
Nella città partenopea, si è avuto un rincaro del 108,3%, ad Aosta il +98,3% e, infine, nella città Lucana abbiamo avuto un rincaro del +96,1%.
Dalla classifica emerge quindi che le uniche città in cui il costo delle bollette gas e luce non è raddoppiato, sono Aosta e Potenza. I due capoluoghi si mantengono entrambi sotto la soglia del 100%.
Partendo dal decimo posto, si segnala Imperia, al +148%, nono posto Biella, al +148,3% e poi Vercelli, al 148,5%.
Massa Carrara al settimo posto, col +150,3%, quindi abbiamo Alessandria al sesto, col +151%, e poi Lodi 151,2%, seguita da Bologna al quarto posto, col +151,7%.
Sul Podio abbiamo Teramo, che col +152,2% si trova al terzo posto. Al secondo posto c’è Terni, con un rincaro del +160,7% e infine, al primo posto Perugia, col +163,8%.
Una fotografia critica che vede il capoluogo umbro in vetta alla classifica per rincaro del costo dell’energia elettrica e del gas.