Il divorzio è lo scioglimento definitivo del matrimonio e porta con sé degli svantaggi e dei vantaggi piuttosto importanti, soprattutto a causa della sua irreversibilità. Alcune tematiche relative a questo argomento sono tuttavia ancora poco conosciuti.
In Italia nel 2020 ci sono stati oltre 65mila divorzi e, nonostante il trend stia diminuendo repentinamente, è bene essere al corrente di tutti gli aspetti del divorzio, considerando soprattutto l’eredità, il TFR, l’assegno divorzile ed il fondo patrimoniale.
Il divorzio, introdotto nella Legge n. 898/1970 permette di sciogliere il proprio matrimonio riacquisendo lo stato libero, eliminando il vincolo della fedeltà, della coabitazione, dell’assistenza morale e materiale e permette alle mogli di eliminare il cognome maritale.
Gli effetti dell’atto sono visibili anche sui beni mobili ed immobili, soprattutto se il matrimonio prevedeva la comunione dei beni dato che, in questo caso, tutti i beni posseduti durante e dopo il matrimonio sono diventati di proprietà di entrambi i coniugi, in egual misura.
La comunione dei beni in caso di divorzio può causare dei disagi al coniuge più benestante, infatti durante l’atto di separazione la parte della coppia meno abbiente potrebbe rivalersi sui beni immobili e mobili, soprattutto se il matrimonio non è finito in maniera consensuale.
Tra gli altri effetti del divorzio bisogna inoltre considerare che gli ex hanno dei diritti e doveri ben precisi da seguire, tra cui:
L’assegno divorzile è una somma di denaro che l’ex coniuge versa direttamente alla persona economicamente più in difficoltà.
Contrariamente a quanto si crede, l’assegno non deve tenere conto dello tenore di vita che il coniuge manteneva durante il matrimonio, infatti una sentenza della Cassazione, emessa nel 2017, ha ribaltato quasi completamente la situazione precedente rendendo necessario l’assegno solo in caso di comprovata mancanza di autosufficienza economica da parte dell’ex.
Nel caso in cui l’ex coniuge non risulti sposato e sia già titolare dell’assegno divorzile può pretendere fino al 40% del TFR del coniuge defunto, purché il trattamento di fine rapporto fosse stato maturato durante gli anni in cui il matrimonio era ancora legalmente valido.
La pensione di reversibilità è un altro diritto che spetta all’ex in caso di decesso del coniuge divorziato, tuttavia viene calcolata in proporzione alla somma totale della pensione del coniuge defunto e può essere goduto solo se è stato stabilito l’assegno divorzile e se la pensione è stata garantita da un rapporto di lavoro già presente durante il matrimonio.
L’eredità, che può essere corrisposta anche in un’unica soluzione, spetta all’ex nel caso in cui il Tribunale riconosca l’assegno divorzile e viene assegnata considerando l’importo dell’assegno di mantenimento, dell’eventuale pensione di reversibilità e dell’effettivo bisogno del coniuge superstite.