La NASPI è un’indennità mensile di disoccupazione che viene fornita ai lavoratori il cui rapporto di lavoro subordinato è stato interrotto in maniera involontaria. Questo assegno mensile tuttavia ha una durata ben precisa e non è prorogabile.
Quando termina il diritto alla NASPI, se si rispettano alcuni criteri, si può richiedere il Reddito di Cittadinanza che, fino ai cambiamenti previsti dal nuovo Governo Meloni, garantisce un assegno mensile di sostegno a tutti i nuclei familiari in gravi situazioni economiche.
La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego è, come detto, un assegno mensile dalla durata massima di 24 mesi, dedicato ai disoccupati che si sono visti involontariamente interrompere il rapporto di lavoro da dipendente.
La NASPI ha un importo che varia a seconda del reddito percepito nei 4 anni precedenti alla domanda e comincia a maturare dall’ottavo giorno successivo al licenziamento.
L’assegno spetta a:
La NASPI non può essere richiesta invece da:
Quando la NASPI giunge a termine si rischia di rimanere senza un’entrata economica, soprattutto se il lavoro non è ancora stato trovato.
In questo caso una delle poche possibilità a disposizione rimane attualmente il Reddito di Cittadinanza, richiedibile solo se si soddisfano questi requisiti:
L’importo del Reddito di Cittadinanza dipende sempre dalla situazione attuale del nucleo familiare e dalla sua composizione, comprendendo lo stato di salute dei componenti.
L’assegno garantito mensilmente viene ricaricato sulla carta dedicata all’RDC intorno al 25 di ogni mese, per una durata di 18 mesi, con il quale si può provvedere al pagamento dei beni di prima necessità, delle utenze, del carburante e più in generale tutte le spese che servono per garantire uno stile di vita dignitoso.
Esistono però delle spese che non possono essere effettuate con i soldi presenti nella ricarica che possono portare anche alla sospensione, temporanea o permanente, del diritto.