Sei nato tra il 1965 ed il 1980? Scopri la tua pensione ma preparati!
Tra disoccupazione, inflazione, costo della vita e instabilità lavorativa, la situazione della generazione X non è sicuramente tra le migliori, chi è nato tra il 1965 ed il 1980 infatti dovrà vivere con una pensione incredibilmente bassa.
La generazione dei nati dopo il boom economico italiano vengono definiti generazione X e purtroppo sono i primi ad essere caratterizzati da una situazione economica e lavorativa estremamente instabile, aspetto che avrà conseguenze anche sulle pensioni.
A quanto ammonterà la pensione della generazione X
Anche se molte persone già si immaginavano una situazione pensionistica non ottimale, i dati forniti dall’INPS evidenziano un dramma di scala nazionale che preoccupa non solo i nati tra il 1965 ed il 1980, ma anche tutte le generazioni successive.
Il mondo del lavoro degli ultimi anni è purtroppo caratterizzato da un’incredibile quantità di lavoro nero ed irregolare e di contratti sottopagati a tempo determinato, che forniscono ben poche speranze per il futuro dei lavoratori, sia giovani che meno giovani.
Per l’INPS le persone nate in questo intervallo di tempo arriveranno a percepire appena 750 euro, una somma che sì, fa riferimento ad un caso specifico preso come esempio, ma che fa emergere una situazione davvero tragica in quanto con appena 750 euro risulta molto difficile riuscire a condurre una vita dignitosa.
La stima fornita dal Rapporto annuale dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale rappresenta un vero e proprio dramma sociale, almeno così è stato definito dal presidente dell’INPS, Pasquale Tridico.
La grave situazione economica italiana
L’importo pensionistico risulta essere così basso anche a causa della mancata crescita degli stipendi negli ultimi 20 anni. Secondo i dati l’Italia ad oggi si ritrova al penultimo posto nella classifica dei Paese europei che hanno le retribuzioni più basse.
Mentre al top della classifica si posizionano Lituania, Estonia e Lettonia, rispettivamente con un +292%, +256% e +218%, agli ultimi tre posti si possono trovare la Spagna, l’Italia e la Grecia, che dal periodo del lockdown si trovano addirittura con un valore negativo.
Bisogna inoltre considerare che la stima dell’INPS si basa su un modello immaginario, il quale dovrebbe aver raggiunto la pensione ai 65 anni di età con 30 anni di contributi versati e che abbia sempre guadagnato 9 euro l’ora.
Il conteggio, già angoscioso di suo, non tiene conto che al momento in Italia circa un terzo dei lavoratori guadagna molto meno di 1000 euro al mese con contratti a tempo determinato.
Secondo Tridico: “Bisognerebbe pensare a una combinazione e a una flessibilità che possa favorire le carriere instabili e i lavoratori fragili”.