Il Governo ha stravolto l’ISEE, da ora funzionerà così
L’ISEE è attualmente utilizzato come strumento atto a valutare la situazione economica dei nuclei familiari, riuscendo così a capire al meglio a chi destinare un servizio, un bonus o un’agevolazione.
Il Governo della Meloni ha in programma grossi cambiamenti riguardo l’assegnazione dei sostegni e riduzione di alcuni costi, infatti dal prossimo anno potremmo assistere ad una vera e propria rivoluzione che parte dalle nuove soglie ISEE ed arriva al Quoziente Familiare.
Isee, come cambierà con il nuovo Governo
L’ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, era strumento in vigore già dal 1998, dal 2015 però è stato protagonista di una nuova regolamentazione, in cui è stato affidato totalmente all’INPS, il quale ha anche intensificato i controlli.
Nell’ISEE sono presenti tutti quegli elementi che possono avere un peso nella situazione economica del nucleo familiare, comprendendo ogni tipo di introito (stipendio o pensione), il 20% del patrimonio mobiliare (conti correnti e depositi), ed il patrimonio immobiliare (terreni o case).
Il Governo Meloni sembra avere idee ben precise riguardo alcuni aspetti di questo indicatore, infatti tra gli obbiettivi fissati per il nuovo anno, il centrodestra vuole rendere più accessibili alle famiglie i vantaggi offerti da alcuni bonus e sostegni, come ad esempio l’Assegno Unico Universale, che secondo la nuova Premier dovrebbe essere esteso ad un pubblico molto più ampio.
Isee e patrimonio immobiliare
Le modifiche che verranno apportate all’ISEE riguardano soprattutto i requisiti del patrimonio immobiliare, che incide sull’ISEE per il 20% a tutte le persone che hanno un reddito superiore ai 52mila euro l’anno. Alzando la soglia del reddito annuale ad 80mila euro si riuscirebbe, secondo le stime della Meloni, ad abbassare il “peso” apportato dalla casa e da tutti i possedimenti immobiliari.
Così facendo si potrebbe godere di sostegni economici più sostanziosi destinati a molti più nuclei familiari. I tecnici tuttavia fanno notare che aumentare certi scaglioni comporterebbe un aumento di beneficiari a bonus ed agevolazioni, senza però che sia garantita la presenza di risorse sufficienti a livello statale.
La provenienze dei fondi necessari per soddisfare tutte le nuove richieste sono ancora abbastanza sconosciute, ulteriori dettagli infatti verranno forniti solo nella Legge di Bilancio del 2023. Tra le ipotesi più accreditate però si potrà far affidamento alle risorse risparmiate dal Reddito di Cittadinanza, l’altro grande protagonista del programma governativo del centrodestra.