Cosa accadrà al canone Rai nel 2023: potrebbe essere preoccupante
Il canone Rai è una tassa che è stata stabilita nel lontano 1938 ed è destinato a tutti i possessori di dispositivi atti alla ricezione dei canali televisivi. Dal 2016 è stato inserito all’interno della bolletta della luce ma l’Europa ha deciso di cambiare totalmente le carte in tavola.
Inizialmente la tassa costava appena 8 lire, ora invece il totale richiesto ammonta a 90 euro e secondo le ultime novità potrebbe anche aumentare, dato che dovrà presto essere tolto dalla bolletta della luce, la quale non potrà più contenere costi non inerenti alla fornitura della corrente elettrica.
Cosa accadrà al canone Rai nel 2023
La bolletta della luce è stata la casa del canone Rai per ben 7 anni ma l’Europa ha previsto dei cambiamenti relativi alle voci presenti in bolletta, tra cui la maggiore chiarezza di alcuni aspetti che sono ancora di difficile comprensione per i consumatori.
Il cambiamento più importante che coinvolgerà l’Italia è anche l’esclusione degli oneri impropri dalla bolletta, che quindi obbligherà il Governo a trovare una soluzione alternativa.
Secondo i vertici Rai la soluzione potrebbe prevedere un’ampliamento della platea di persone paganti, includendo anche i possessori di smartphone, tablet e pc, che ormai sono tutti dispositivi in grado di accedere ad internet, dove è possibile godere dei servizi streaming Rai.
Il Governo contro il canone Rai
Il Codacons da sempre sostiene l’eliminazione del canone Rai e dal 25 Settembre a supportare la stessa tesi è arrivato il Governo di centrodestra, da sempre deciso di proseguire con la completa cancellazione della tassa.
Il leader della Lega, Matteo Salvini ha di recente affermato che il canone verrà sicuramente eliminato, così che nessun italiano dovrà più pagare il 90 euro l’anno.
Contro il pensiero del governo e del Codacons si è scagliato l’Unione Sindacale dei Giornalisti Rai (USIGRAI), che hanno spiegato: “Senza canone Rai ogni famiglia risparmierebbe 24 centesimi al giorno. La Lega di Salvini che vorrebbe abolirlo e non solo toglierlo dalla bolletta chiarisca agli italiani anche cosa perderebbero in termini di servizio pubblico senza quattordici canali televisivi, tredici radiofonici, i tg e gr nazionali e regionali, i siti di informazione, le piattaforme digitali, un centro ricerche per le telecomunicazioni e un’orchestra sinfonica nazionale”.
Il Codacons ha tuttavia ribattuto dicendo: “Riteniamo che i tempi siano oramai maturi per procedere a una abolizione totale del Canone Rai, considerato il nuovo scenario del mercato televisivo italiano e la possibilità per la Rai di concorrere ad armi pari con le altre reti attraverso la raccolta pubblicitaria.”