Pignoramento, si può evitare? I consigli per opporsi e bloccarlo una volta per tutte
Il pignoramento è un atto effettuato dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di un debitore per riuscire a risarcire il creditore. L’espropriazione forzata colpisce stipendio e beni del debitore, il quale però può bloccare l’ingiunzione tramite alcune richieste.
Il pignoramento entra in azione quando una persona non riesce a provvedere al pagamento di debiti fiscali che possono comprendere multe, bollette o tasse non pagate, le quali con il tempo raggiungono cifre sempre maggiori, considerando anche l’applicazione delle sanzioni.
Cosa può essere pignorato dall’Agenzia delle entrate
Dopo aver provveduto all’invio di diverse comunicazioni e solleciti riguardo il mancato pagamento di una cartella esattoriale, l’Agenzia delle Entrate provvede al pignoramento, espropriando forzatamente le somme di denaro o i beni del debitore così da risarcire il creditore nel minor tempo possibile.
L’atto effettuato dall’Agenzia deve essere approvato attraverso un atto di precetto, le norme tributarie infatti prevedono che l’Agenzia possa iscrivere a ruolo le somme di cui diventa creditrice. La procedura viene generalmente avviata dopo 60 giorni dal ricevimento della notifica della cartella di pagamento, sia tramite raccomandata che tramite PEC.
L’Agenzia delle Entrate può arrivare a pignorare immobili (diversi dall’abitazione di residenza), beni facilmente rivendibili e parte dello stipendio del debitore, espropriandolo di:
- un decimo per gli importi fino a 2500 euro
- un settimo per gli importi da 2.500 euro a 5.000 euro
- un quinto per gli importi superiori a 5.000 euro
Come opporsi al pignoramento
Uno dei primi modi per bloccare il pignoramento consiste nella richiesta di rateazione del debito, eseguibile dallo scorso Luglio in quanto compreso nel dl Aiuti. La rateazione può essere effettuato per debiti inferiori ai 120mila euro, limite sopra il quale è obbligatorio dimostrare la propria condizione di difficoltà economica.
Pagare un debito a rate mette al sicuro i beni del debitore non solo dal pignoramento in atto (a meno che non si sia già arrivati alla vendita) ma anche per i pignoramenti futuri, a patto che si rispettino le scadenze delle rate.
Ci si può opporre ad un pignoramento anche nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate commetta un illecito, come ad esempio quando una comunicazione non viene effettuata seguendo una procedura corretta o ancora quando l’Agenzia non rispetta i tempi previsti per legge, ovvero:
- al superamento dei 60 giorni dalla notifica di pagamento della cartella, dopo il quale si ha un anno di tempo per procedere con il pignoramento. Se questo non avviene l’Agenzia dovrà inviare un’ulteriore notifica al debitore
- al superamento dei 120 giorni nel caso in cui il debito sia inferiore ai mille euro