Nuova stangata sugli italiani, c’entrano i telefoni
L’allarme di Codacons dopo le numerose segnalazioni di modifiche unilaterali anche da parte delle compagnie telefoniche. Da Windtre a Tim, tante le società ad aver annunciato rincari.
Nuovi rincari per le famiglie italiane, adesso riguardo le tariffe telefoniche. Gli italiani non ne possono più. Scopriamo di più sulla vicenda.
Nuovi aumenti, tariffe telefoniche in aumento, cosa succede
Risolto, si spera, il problema delle modifiche unilaterali applicate da alcune aziende fornitrici di energia, ecco un nuovo aumento in arrivo per i consumatori italiani, stavolta da parte delle compagnie telefoniche.
A quanto pare in questi ultimi giorni sarebbero parecchie società ad aver inviato ai propri clienti degli avvisi di modifica delle condizioni contrattuali per telefonia fissa e mobile, naturalmente al rialzo. Si parla di aumenti fino a 5,99 euro al mese. A denunciare il fenomeno è il Codacons, che ha calcolato per le famiglie degli esborsi fino a 72euro all’anno. Cifre insostenibili specie in un periodo di difficoltà come questo.
“Le società, appellandosi alle mutate condizioni del mercato e all’esigenza di garantire un adeguato livello del servizio, stanno modificando in ordine sparso le condizioni economiche applicate ai propri clienti, disponendo aumenti che vanno da pochi centesimi di euro fino a quasi 6 euro al mese” spiega Codacons nel suo comunicato.
I rincari possono essere applicati non solo ai servizi telefonici ma anche su altri settori come quello dell’invio delle fatture cartacee. Aumenti davvero eccessivi, che non sono giustificati.
Se guardiamo qualche esempio, vediamo che Windtre sta inviando ai clienti delle comunicazioni in cui viene annunciato che, a partire da dicembre 2021, il contributo per l’invio della fattura non fiscale in cartaceo sarà aumentato di 1 euro. Per ricevere livelli di servizio in linea, inoltre, sempre dal primo di dicembre il servizio per la rete fissa aumenterà di 2 euro al mese, e 2 euro al mese più Iva per coloro che hanno partita Iva. Lo stesso gestore prevede poi aumenti fino a 5,99 euro al mese per alcune offerte su rete fissa.
Cosa riguardano gli aumenti delle tariffe telefoniche
La situazione non cambia se esaminiamo altre compagnie. Prendiamo la Vodafone, che ha comunicato ai suoi clienti che “a partire dal primo rinnovo successivo al 13 Novembre 2022, il costo di alcune offerte di Rete Sicura mobile aumenterà di 0,99 euro o 0,50 euro al mese in base all’offerta”. E non finisce qui. Vodafone informa anche che dal 15 novembre di questo anno, il costo di alcune offerte di rete fissa salita di 1,99 euro al mese.
Aumenti anche in casa Fastweb. “A partire dall’1 Novembre 2022 alcune offerte di rete mobile verranno sostituite con offerte attualmente disponibili per i nuovi clienti” comunica la compagnia. “Tale variazione implica che su alcuni clienti il costo potrà aumenterà di un importo incluso tra 0,05 euro/mese e 3,00 euro/mese” aggiunge.
Anche Tim ha applicato delle modifiche unilaterali, addirittura dallo scorso primo settembre. La compagnia ha però prorogato fino al 30 di novembre la possibilità per i propri clienti di chiedere il recesso gratuitamente. “A partire dal 1 settembre 2022, per le mutate condizioni di mercato, Tim modifica il prezzo mensile di alcune offerte mobili per Clienti Ricaricabili” fa sapere l’azienda. “In particolare, dal primo addebito successivo al 1 settembre 2022, per tali offerte verrà applicato un incremento del costo mensile fino a 2€, variabile in funzione della specifica offerta attiva sulla linea del cliente” conclude.
La situazione è insostenibile per le famiglie, che si vedono letteralmente circondate da aumenti. Codacons esprime forti preoccupazioni per il comportamento di alcune società e aziende fornitrici di servizi. Duro l’attacco del presidente dell’associazione Carlo Rienzi, che commenta: “Rincari che arrivano a sfiorare in alcuni casi i 72 euro all’anno. Incrementi che, secondo le società telefoniche, sarebbero da attribuire all’attuale situazione economica, ma che a nostro avviso non appaiono proporzionati ai maggiori costi realmente in capo agli operatori, e sembrano più una strategia di marketing tesa ad aumentare le loro casse”.