Il Reddito di Cittadinanza verrà confermato, grandi novità in vista per il 2023
Il Reddito di Cittadinanza è un sostegno fornito dallo Stato dal 2019 come misura per contrastare la povertà. Il Governo di centrodestra si è sempre schierato contro questa misura, dichiarando di voler apportare modifiche strutturali piuttosto importanti.
Giorgia Meloni potrebbe confermare il Reddito di Cittadinanza nella Legge di Bilancio del 2023, continuando a supportare le fasce di italiani più deboli ed incentivando le assunzioni ed i corsi di formazione specializzanti, così da creare nuovi posti di lavoro.
Le sorti del Reddito di Cittadinanza
I dati relativi all’incremento della povertà in Italia, forniti dalla Caritas e tutte le difficoltà a cui le famiglie dovranno provvedere nei prossimi mesi, han fatto cambiare parzialmente rotta a Giorgia Meloni, la quale ha però confermato la sua idea riguardo il fallimento del Reddito anche durante il recente discorso pronunciato alla Camera dei Deputati.
Il sostegno è considerato fallimentare non solo per come è stata pensato, ma anche per come è stata realizzato, in quanto secondo la Premier non fornisce una risposta alla povertà e non garantisce la creazione di nuovi posti di lavoro e nuove assunzioni.
La cancellazione del Reddito di Cittadinanza risulta fuori discussione, anche perché sarebbe impossibile riuscire a gestire gli enormi danni apportati da una tale decisione. La nuova ministra Marina Calderone, da sempre a favore dell’RDC, è attualmente al lavoro per apportare le modifiche strutturali che possano portare ad un miglioramento della situazione lavorativa italiana.
Le modifiche previste per il 2023
La Legge di Bilancio dovrà essere pronta entro fine anno, per questo il Governo ha deciso di non rischiare con l’intera sostituzione della misura, concentrandosi di più sui miglioramenti per far funzionare il Reddito di Cittadinanza, anche se per ora non si hanno a disposizione molte specifiche sul tema.
L’idea del centrodestra riguarda principalmente l’aumento delle somme per le categorie di italiani inabili al lavoro, che hanno più bisogno di assistenza economica in mancanza di un reddito lavorativo.
Le risorse mancanti andrebbero recuperate, secondo le spiegazioni fornite nel tempo, dall’introduzione di paletti e regole molto più stringenti per tutte le altre persone che potrebbero essere facilmente inserite nel mondo lavorativo, spronandole a partecipare a corsi formativi che però richiedono un alto coinvolgimento da parte degli enti locali e dei centri dell’impiego.
Un’altra modifica, proposta dal leader della Lega Matteo Salvini, riguarderebbe l’abbreviazione del tempo di fruizione del sussidio, diminuendo quindi i 18 mesi attuali, in modo tale da avere maggior controllo sui richiedenti ed i beneficiari del sostegno, escludendo ogni forma di abuso.