Il caro bollette ha messo con le spalle al muro non solo le famiglie e gli imprenditori italiani, ma anche le istituzioni scolastiche. Alcune scuole potrebbero chiudere entro pochi mesi a causa dello spropositato aumento dei costi di luce e gas.
L’impennata dei costi dell’energia elettrica e del gas ha causato non pochi problemi all’economia del nostro Paese. Il caro bollette ha messo in difficoltà migliaia di famiglie e imprenditori italiani, ma anche i comuni e le province cominciano ad avere grosse difficoltà ad affrontare i costi. Per cui, corriamo il rischio che molte scuole chiudano nel giro di pochi mesi.
Per garantire l’energia elettrica in oltre 40 mila plessi scolastici italiani e per affrontare le spese del metano, che viene utilizzato dalla maggior parte degli impianti di riscaldamento in funzione negli istituti, gli enti locali hanno speso, mediamente, un milione e 800 mila euro ogni anno.
Se pensiamo che per il 2022 si prevede una spesa che si aggira intorno ai 3,3 milioni di euro e nel 2023 può superare i 4 milioni di euro, il rischio di chiusura di molti istituti scolastici diventa sempre più concreto.
Per far fronte al caro energia, i diversi plessi scolastici si muovono in modalità risparmio. Dunque, diminuiranno di un’ora l’accensione del riscaldamento. Si passerà dalle 14 alle 13 ore giornaliere. In più, è prevista la diminuzione della temperatura. Si scenderà di un grado, passando dagli attuali 20° a 19°.
Tuttavia, i comuni e le province continuano a gridare aiuto. Del resto, sanno bene che affrontare questa crisi energetica non sarà così semplice ed il futuro di molti istituti scolastici è ancora piuttosto incerto.
Molte scuole sono a rischio chiusura e la ragione di questo rischio è da ricercare negli onerosi rincari di luce e gas. I comuni e le province hanno lanciato l’allarme “La situazione sta diventando sempre più insostenibile e gli aiuti previsti dal Governo potrebbero non bastare a contenere il tutto.”
Alla luce di tutto questo, i comuni e le province chiedono al nuovo Governo di Giorgia Meloni le risorse necessarie per affrontare le spese e scongiurare il peggio. Secondo alcune stime, per evitare tagli ai servizi, servirebbero circa un miliardo e mezzo di euro in più rispetto all’anno precedente. In alternativa, gli enti si troverebbero costretti ad aumentare la pressione fiscale a livello locale.