Canone Rai, è in arrivo un’amara novità che non piacerà a nessuno
L’Europa ha stabilito che il canone Rai non può più restare all’interno della bolletta della luce, la quale dovrà adeguarsi alle normative generali ed il Governo sembrerebbe aver trovato una soluzione che di certo non farà contento nessuno.
Il canone Rai è una delle tasse più antipatiche da pagare secondo gli italiani e, almeno secondo le notizie, il pagamento non solo non verrà eliminato come promesso, ma tornerà ad essere ancora più pressante, ecco cosa potrà cambiare nei prossimi mesi.
La decisione dell’Europa
Il canone Rai è stato inserito nella bolletta della luce da Luglio 2016 ed è stato pagato da milioni di italiani (anche quando non era dovuto) per diversi anni. L’Europa in queste settimane ha a lungo riflettuto sulle modifiche da effettuare alle bollette della luce così da uniformarle e da renderle più chiare in ogni loro voce.
Tra gli obblighi previsti dal PNRR, oltre alla maggiore trasparenza delle voci presenti in bolletta, non sempre di facile comprensione, appare anche una regola che vieta l’inserimento in bolletta di qualsiasi onere improprio, come ad esempio il canone Rai, che poco ha a che fare con la fornitura della corrente elettrica da parte del proprio gestore.
Carlo Fuortes, il presidente della Rai, non solo ritiene che questa normativa sia dannosa per l’azienda ma considera anzi molto basso l’importo del canone, che andrebbe esteso anche ai possessori di tablet e smartphone così da migliorare il rapporto qualità/prezzo del servizio offerto.
Le proposte della Rai
Il canone Rai aveva già precedentemente subito una riduzione di prezzo nel momento in cui era stato inserito in bolletta, decisione per niente condivisa dai vertici della Rai che ora tornano a farsi sentire chiedendo un aumento della tassa ed un’estensione ulteriore dell’addebito, così da coinvolgere una maggiore platea.
Attualmente il prezzo totale ammonta a 90 euro annui, distribuiti in rate da 9 euro dal mese di Gennaio fino ad Ottobre. Secondo l’AD dell’azienda il pagamento non è assolutamente sufficiente per la qualità del servizio offerto e per gli obblighi che la Rai è costretta a svolgere. In più, l’AD Rai propone anche di ampliare i perimetri di applicazione della tassa in quanto ormai i servizi Rai sono accessibili anche da smartphone e tablet.
Secondo Fuortes: “Il finanziamento del servizio pubblico è un prerequisito indispensabile, deve essere cioè tale da non porre la società in una condizione di “minorità”, tale da impedire di rispettare l’essenziale principio di indipendenza che costituisce la qualità che connota la costituzione dei servizi pubblici e la loro capacità di agire.”