Multa sulle strisce blu? Con queste motivazioni puoi fare ricorso, e vincerlo
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che non tutti possono infliggere multe.
Semplicemente molte multe potremmo non pagarle con le dovute giustificazioni. Scopriamo quali per fare ricorso.
Come non pagare le multe sulle strisce blu: le giustificazioni
Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito che non tutti possono comminare multe. In particolare, il personale ispettivo delle aziende di trasporto pubblico non possono elevare contravvenzioni per violazioni effettuate nelle strisce blu. Essi, infatti, possono essere autorizzati dal Comune ad esercitare funzioni di prevenzione e accertamento soltanto nelle corsie riservate al trasporto pubblico.
Sulla scorta di dette motivazioni è stato accolto il ricorso proposto proprio sulla scorta di questa motivazione. Ciò significa che se si parcheggia l’auto sulle strisce blu con tagliando scaduto o senza di esso, il potere di accertamento non spetta agli ispettori dell’azienda locale di trasporto. Nella vicenda giudiziaria, il Giudice di Pace aveva già accolto le doglianze del ricorrente. La sentenza però è stata riformata in sede di appello.
Il Tribunale in particolare aveva dedotto che siffatti ispettori avessero contestato validamente l’infrazione. Ciò in quanto il Comune affida loro poteri di accertamento esercitabili su tutto il territorio comunale. Pertanto, non rileverebbe che l’infrazione si sia verificata fuori dall’area affidata alla concessionaria dei trasporti.
Tuttavia contro la sentenza di appello ha fatto ricorso il conducente, facendo valere 5 motivi. E sono infatti queste le motivazioni che permettono i ricorsi in caso di multe comminate per le infrazioni di cui parliamo. Anzitutto, ha dedotto che il Tribunale non si è attenuto all’orientamento tracciato dalla giurisprudenza della Cassazione di segno opposto.
Ecco le motivazioni che permettono di fare ricorso alle multe sulle strisce blu
Con il secondo ha denunciato la violazione dell’art. 157 comma 6 del Codice della Strada. Questo perché nella zona adibita al parcheggio non era presente il parchimetro. Poi ha fatto valere la violazione dell’art. 7, comma 1, lett. f del Codice della Strada, non essendo segnalato che il parcheggio fosse incustodito. Cosicché avverso questo ricorso contro la multa sulle strisce blu, la Cassazione ha accolto il primo motivo, dichiarando assorbiti gli altri. La ragione è che la legge conferisce agli ausiliari del traffico la possibilità di elevare sanzioni solo in casi tassativi.
In definitiva tra i motivi di ricorso contro le multe comminate per infrazioni commesse nelle strisce blu, si può utilizzare quello discorrendo. Questo perché i poteri di prevenzione e di accertamento degli ausiliari sono limitate alle sole corsie dedicate al trasporto pubblico.
A fronte di ciò non è possibile interpretare in modo estensivo la disposizione, che è restrittiva e tassativa. Ne deriva che il Comune non può riconoscere a siffatti soggetti alcun potere di comminare sanzioni al di fuori dei casi stabiliti. Una prerogativa infatti, sarebbe contraria alla legge.