Pignoramento di stipendio ai morosi nei condomini: può succedere a tutti
I rincari delle utenze stanno entrando nel vivo in questi mesi e secondo le novità la situazione peggiorerà nel 2023. Chi non ha possibilità di pagare le rate rischia di ricevere un pignoramento sullo stipendio, andando a peggiorare ulteriormente la propria condizione.
Gli inquilini dei condomini stanno per assistere all’arrivo delle bollette di luce, gas ed acqua, e dovranno farsi carico delle somme che risultano triplicate rispetto al 2019. I cittadini chiedono sostegni ai comuni, affinché si possa porre qualche rimedio, anche solo posticipando le scadenze.
Pignoramenti nei condomini ed interruzioni di forniture
Le prime notizie che riguardano l’attuazione delle procedure di pignoramento arrivano dal Veneto, dove molte delle persone che non riescono a far fronte alle maxi bollette dovranno rinunciare forzatamente a parte del proprio stipendio.
Il presidente di Anaci Treviso, un’associazione degli amministratori condominiali, ha spiegato che queste manovre sono dannose oltre che inutili, in quanto chi si trova già in situazioni di precario equilibrio economico sarà costretta ad effettuare ulteriori rinunce che andranno a limitare anche i beni di prima necessità. I pignoramenti inoltre in alcuni casi non sono lontanamente sufficienti a saldare i debiti, in quanto gli stipendi sono incredibilmente bassi e la percentuale pignorata arriva anche al di sotto dei 60 euro.
Molte famiglie sono in difficoltà già dal mese di Settembre, ma secondo le previsioni il vero picco arriverà ad inizio 2023, quando si raggiungeranno i 100 giorni dalla scadenza delle bollette ed i fornitori potranno staccare le utenze, come è già successo in alcuni condomini del Veneto.
Gli aiuti disponibili
I comuni e lo Stato cercano di provvedere per quanto possibile a questi rincari ma i sostegni economici non sono nemmeno lontanamente sufficienti per contrastare gli aumenti, e gli unici aiuti ai cittadini riguardano consigli su come risparmiare. In molti chiedono aiuti alle istituzioni, quanto meno per garantire uno scudo che garantisca la fornitura a fronte di un pagamento dilazionato, addirittura promettendo di destinare l’intera 13° solo al pagamento delle bollette.
Una situazione altamente critica che sembra non avere soluzione, anche perché i comuni riescono a provvedere solo in minima parte ai sostegni, garantendo supporto solo per una minuscola fetta di cittadini. Anche i bonus offerti dallo Stato non riescono a coprire adeguatamente tutte richieste, specialmente a causa del tetto dell’ISEE o del reddito che spesso risulta troppo basso e decisamente distante dalla realtà.
Se lo Stato e l’Europa non troveranno presto una soluzione a questo dramma, le ripercussioni andranno a coinvolgere ogni settore, dato che gli stipendi dei lavoratori riescono appena a coprire le spese dei beni di prima necessità e delle bollette.