Bonus INPS, ansia e depressione: non abbiate più paura
Il Bonus depressione e disturbi nervosi emesso dall’INPS riguarda malattie e disturbi comuni a milioni di persone. Si tratta di problematiche che possono risultare invalidanti. Scopriamo subito quali sono e chi ne ha diritto.
INPS, Bonus per alcuni disturbi fisici e mentali
Parlando di malattie invalidanti vengono subito in mente patologie legate al cuore, malattie gastrointestinali e neoplasie, ma ci sono molti disturbi invisibili in apparenza che possono impedire il regolare svolgimento delle normali attività quotidiane sia a livello sociale che lavorativo. Queste malattie sono quelle che riguardano il sistema nervoso e la depressione.
La pandemia che si è verificata negli ultimi anni, tra le altre cose, ha portato a un forte aumento di casi tra i cittadini che hanno subito un brusco cambiamento nelle abitudini, paura e mancanza di socializzazione. Per tale ragione è stato istituito dal governo un Bonus psicologo che, al contrario di altre agevolazioni, non richiede necessariamente un reddito basso.
L’INPS versa il Bonus 600 euro con ISEE alto o basso indifferentemente nei casi in cui i soggetti interessati abbiano la necessità di avere un aiuto psicoterapeutico. Se la depressione, detta anche male invisibile, non viene curata per tempo e con il supporto di professionisti competenti, può influenzare la qualità di vita delle persone in modo negativo. In tali casi l’INPS si impegna a versare 290 euro a coloro che soffrono di depressione e disturbi del sistema nervoso.
Come si riconosce la depressione per richiedere le agevolazioni
La depressione un disturbo molto comune e riguarda l’umore delle persone che si sentono sempre tristi. Ma se fosse solo semplice tristezza si potrebbe superare, la depressione è più che tristezza temporanea. Si tratta di una situazione che perdura nel tempo e non permette di vedere via di uscita anche nelle situazioni più semplici. Stiamo parlando di una vera e propria malattia riconosciuta che deve essere curata prima che porti ad azioni irreversibili.
Chi soffre di depressione fa molta fatica a svolgere le mansioni più semplici, anche quelle che riguardano le normali attività quotidiane come svegliarsi e alzarsi la mattina, svolgere le mansioni di casa, lavorare o anche uscire a fare una passeggiata. Niente può dare a questi soggetti una sensazione di piacere e di soddisfazione.
Tutto appare uguale, difficile, pesante e davanti c’è solo il buio, il malato di depressione non prova entusiasmo e non ha nemmeno la minima volontà di fare qualsiasi cosa arrivando a pensare alla morte come unica via di uscita. Inoltre spesso tali pensieri negativi vengono somatizzati sviluppando sintomi fisici reali come mal di testa, insonnia, problemi di digestione, aumento o calo di peso.
Bonus 290 euro per la depressione e disturbi nervosi
L’INPS ha allegato alle linee guida relative all’accertamento della presenza di malattie invalidanti, anche quelle legate ai disturbi del sistema nervoso. La depressione è tra queste e viene calcolata con dati percentuali per stabilirne la gravità e la curabilità. Nel caso in cui si tratti di una situazione molto grave, lo stato depressivo dà diritto all’invalidità.
In particolar modo, se la depressione che si mostra con episodi ricorrenti e deficit moderati, è possibile ottenere un valore che va da 61 a 80%. Se, invece, provoca da tale malattia dell’umore è con deficit grave, si può ottenere il 100% di invalidità. Nonostante ciò il disturbo non viene riconosciuto automaticamente in quanto si deve fare una domanda all’INPS con tanto di certificato del medico curante che attesta la patologia dichiarata.
L’INPS provvede poi a comunicare al richiedente il giorno e l’ora in cui verrà eseguita la visita dalla Commissione medica. L’interessato dovrà presentarsi portando con se i documenti e certificati necessari a certificare la malattia. Se la commissione incaricata dell’indagine approverà la condizione del soggetto in stato depressivo, redigerà un dettagliato verbale in cui si attesta la condizione del malato. La stessa verrà poi inviata con raccomandata A/R al richiedente, quest’ultimo ha la possibilità di fare ricorso in caso non gli sia stata riconosciuta l’invalidità. Il tempo di scadenza per avviare la pratica è di 6 mesi solo così si può ottenere un riesame e il Bonus.